Si parte dagli Usa con il Sons Of Ghidorah e il loro doom metal molto originale, passiamo in Puglia con l’ottimo punk rock in italiano dei Comrad, l’elettronica oltre dei bolognesi iBerlino e si chiude con le infinità spaziali e il doom black psych dei Summoning Saturn Voids.
SONS OF GHIDORAH
Nuovo disco degli americani Sons Of Ghidorah dal titolo “Hallowmas” per Argonauta Records. Il gruppo nasce nel 2014 ed è formato da membri di gruppi underground della scena doom e metal di New York e Buffalo. La loro miscela sonora è composta da doom metal classico, stoner e forti richiami metal, il tutto condito da tecnica e sincero amore per la musica. La musica è composta in maniera assai diversa da molti gruppi doom metal, in modo che lo sviluppo delle canzoni non risulta mai scontato, uno snodarsi che riserva molte sorprese.
Il disco presenta una sua organicità molto potente, il timbro dei Sons Of Ghidorah è molto originale e ci sono anche momenti quasi pop, con ritornelli notevolissimi e momenti di autentica catarsi sonora. Ascoltando questo lavoro si sente come si possa fare doom metal in maniera non convenzionale, e non è facile, perché il genere è assai conservatore e non vede quasi mai di buon occhio le deviazioni sonore, ma qui si fa qualcosa di estremamente valido e particolare.
La capacità dei Sons Of Ghidorah di non annoiare mai l’ascoltatore è data anche da una loro notevole esperienza musicale maturata in anni e anni di esperienza musicale in gruppi diversi, che è poi confluita in questo disco e nel percorso musicale che speriamo continui perché merita e molto. Doom stoner dal migliore underground americano.
COMRAD
“Nati stelle” su Kallax Records è il primo disco dei pugliesi Comrad, un gruppo che fa punk rock emo in italiano, veloce e con un gran cuore. Non è facile in questa epoca di grandi vuoti musicali riuscire a fare un gran bel disco di punk rock con grandi melodie e tanti sconfinamenti nell’emo. Il gruppo fa un pop punk in italiano che prende le mosse dal pop punk americano degli anni che vanno dal 2000 al 2010 più o meno, con un’impronta originale e con grande entusiasmo.
Il loro suono è di grande impatto, i testi in italiano funzionano molto bene in un contesto sonoro che spinge molto ma sa anche quando fermarsi e rallentare a seconda di quello che vuole esprimere.
I Comrad colmano un vuoto per uno spazio non comodo, ovvero il punk melodico a stelle e strisce in italiano, quello che non passa dall’altra grande corrente del pop punk, ovvero quella che fa capo ai Ramones e ai loro adepti. Qui si prendono le mosse dai The Lillingtones, The Ataris, o i Pulley ad esempio, per sviluppare qualcosa di molto fresco e che funziona benissimo, e che parla anche ai nostri cuori stanchi, accarezzandoli. I Comrad sono uno di quei gruppi che vanno dritti per la loro strada avendo ben chiara un’idea in testa, e quello che fanno lo fanno molto bene, e piaceranno a chi ha vissuto gli anni migliori del pop punk e piaceranno molto anche a chi lo ha appena cominciato a frequentare. Inoltre questo disco è una delle cose migliori mai uscite in Italia in campo pop punk cantato in italiano, ed è dolce senza esserlo eccessivamente e ruvido quando ci vuole. Un disco che mancava davvero.
IBERLINO
“Analog:ca” è il nuovo disco degli iBerlino, in uscita per LaBionda Records. Il gruppo bolognese è in attività da molti anni, e le sue produzioni sono sempre state molto particolari, sognanti, futuristiche, e a cavallo fra l’elettronica e tanti altri generi, e con questo disco si arriva ancora più lontano. Il tocco del gruppo capitanato da Mirko Di Francescantonio e Fabio Pulcini è molto etereo, parte dalle cadenze del trip hop per dare una coordinata musicale, per poi arrivare vicino al pop, qualche momento techno e tanta elettronica molto elegante e che serve da tappeto sonoro per avventure musicali che vanno ben oltre i generi.
“Analog:ca” è ulteriormente un disco unico perché fonde suoni e momenti di vita registrati nel 2014 con altri registrati nel 2024, e su tutti questi i suoni del gruppo legano le visioni dal passato e dal presente. Il disco è come un sogno, i punti temporali si confondono e succede la magia, quella magia musicale che ti prende per mano e ti porta lontano, anche grazie a questa fusione fra suoni antichi e nuovi, fra analogico e digitale appunto.
La grande esperienza degli iBerlino si fonde con la loro visione musicale unica e particolare, anche il loro non appartenere a nessuna corrente o nessun genere, solo il voler valorizzare la musica facendola al meglio possibile, facendo sempre cose particolari. Quello degli iBerlino è un viaggio musicale bellissimo e sognante, e questo disco è forse il più bello fra quelli usciti fino ad oggi.
SUMMONING SATURN VOIDS
I Summoning Saturn Voids sono un gruppo che si divide fra Italia e Norvegia, e esplora le immensità degli universi seguendo le mappe tracciate da H.p. Lovecraft e da altri pazzoidi o saggi a seconda delle vostre credenze. Il debutto omonimo esce su Argonauta Records, e la migliore definizione del disco è quella data dal gruppo stesso : psychedelc black doom. Il cantato è in pieno stile black metal, anzi atmospheric black metal con un incedere quasi sciamanico, mentre gli strumenti fanno un doom particolare e molto vicino alle atmosfere pesanti e soffocanti del black, ma con molti elementi in più.
A volte fa capolino il doom classico sopratutto grazie alla chitarra, in altri andiamo verso la psichedelia più intensa e onirica al contempo. L’effetto di questo disco è quello di un viaggio in un astronave ormai senza guida persa nelle immensità di galassie, galassie dove vivono abnormi immensità che non vivono sul nostro stesso piano ma che anzi ci guardano come noi guardiamo le formiche, e sono sempre pronte e tornare a schiacciarci.
La musica dei Summoning Saturn Voids è speciale, è un incontro di tendenze underground, di una certa visione psichedelica dell’universo e della musica pesante, figlia anche di una certo modo di fare musica pesante italiana che parte da lontano, forse dagli anni del miglior prog italiano. In questo disco di debutto si possono cogliere moltissime cose musicali e non solo, ci si sente sopraffatti come quando si legge Lovecraft, quei momenti nei quali la nostra mente è attraversata da visioni che ci parlano del nostro passato profondo e del nostro futuro remoto. Un disco profondo, pesante e cosmico.