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Recensione : Soulfly – Soulfly

Il chitarrista e cantante di Belo Horizonte non rimase molto con le mani in mano e nel 1997 fondò appunto i Soulfly e si rimise in movimento.

#Risentiamoli Soulfly - Soulfly - Roadrunner Records

Soulfly – Soulfly

Correva l’anno 1996 e nel mondo del metal successero molte cose, una fra le più importanti fu l’abbandono dei Sepultura da parte del cantante e chitarrista fondatore Max Cavalera.

Nello stesso anno il gruppo brasiliano pubblicò “ Roots” un album epocale e sul quale ritorneremo in queste pagine, ma la situazione al loro interno implose per ragioni che non stiamo a riprendere qui e Max se ne andò. Il chitarrista e cantante di Belo Horizonte non rimase molto con le mani in mano e nel 1997 fondò appunto i Soulfly e si rimise in movimento.

Il disco omonimo uscito nell’aprile per la stessa etichetta dei Sepultura, la mitica Roadrunner Records ebbe un grande successo, essendo un misto di nu metal e suoni brasiliani, in un momento nel quale il nu metal aveva moltissimo seguito, ed infatti all’interno del disco ci sono ospiti notevoli del movimento nu metal come Fred Durst dei Limp Bizkit, Corey Taylor degli Slipknot e degli Stone Sour, Chino Moreno dei Deftones ed altri padrini di generi differenti come Tom Araya degli Slayer.

Lo stile sonoro è un nu metal che ha come riferimenti il “ Roots “ dei Sepultura virato in maniera maggiormente nu metal e commerciale, con fortissimi richiami al concetto di tribù ed unità, basi sulle quali si svilupperanno i Soulfly successivi.

Il risultato è un disco molto coinvolgente, veloce e anche vario nel suo insieme, che sviluppa l’incontro tra metal e Brasile già sentito in maniera più approfondita in “ Roots”, rendendolo più americano e digeribile ad un pubblico maggiormente ampio che infatti premierà il disco che venderà moltissimo, con risultati inimmaginabili per una copia fisica al giorno d’oggi.

Questo debutto rimane un gran disco anche la giorno d’oggi, con un Max Cavalera al suo picco creativo che toccherà anche i due dischi successivi dei Soulfly, “ Primitive “ del 2000 e “ 3 “ del 2002, per poi cominciare una fase discendente rispetto ai primi dischi, con alti e bassi per una produzione che continua tuttora con il recentissimo “ Totem “.

Questo disco non conosce pausa, picchiando duro per tutta la sua ora e cinque di durata, con mille suoni, grandi ospiti e un’aria di casino totale e di gran divertimento da parte dei musicisti e di un Max Cavalera libero di esprimersi come gli pareva.

A distanza di anni rimane questo piccolo capolavoro, ma il confronto fra Soulfly e Sepultura viene vinto da questi ultimi che hanno fatto un crescita incredibile producendo grandissimi lavori, partendo molto peggio dei Soulfly, ma poi arrivando a crearsi una cifra stilistica in continua evoluzione come testimonia l’ultimo bellissimo “ Quadra”.

Disco da risentire e perfetta testimonianza di quegli anni.

Soulfly – Soulfly – Roadrunner Records

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