iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Soulnerve – The Dying Light

Buon esempio di thrash metal a metà strada tra modernità e tradizione da parte dei Soulnerve di Stephan Brus.

Nuova realtà proveniente dai Paesi Bassi questi Soulnerve, progetto del chitarrista e polistrumentista Stephan Brus che, in questo album di esordio si diletta con tutti gli strumenti, lasciando a due diversi singer, Kevin Klaassen e Koen Vroom, il compito di occuparsi di scream e clean vocals.

La band è attiva addirittura dal 2004 e, dopo la pubblicazione di un promo nel 2008, gli sforzi di Stephan vengono premiati quest’anno e The Dying Light vede finalmente la luce.
Cominciamo con una standing ovation per il musicista olandese, bravissimo non solo con la sei corde ma “sul pezzo” anche con basso e batteria, così da far risultare il suo primo lavoro un buon esempio di metal moderno, suonato e prodotto benissimo, che lascia in disparte (anche se presenti) i suoni core, tanto di moda di questi tempi, optando per un approccio orientato verso il thrash statunitense: il songwriting dell’album se ne giova, risultando meno monocorde di tanti lavori moderni dal wall of sound pesantissimo ma dalle misere idee.
Sound moderno, si diceva, più che altro in virtù dell’uso delle due voci, in linea con le ultime produzioni di scuola scandinava (Soilwork, In Flames) piuttosto che per la parte strumentale in linea con i dettami del thrash, nello specifico con una grande propensione per la melodia che rende le song piccoli gioielli metallici.
Il sound dei Soulnerve risulta cosi un buon connubio tra tradizione (Megadeth) e i suoni moderni di band come Shadows Fall e Trivium, con un occhio alle già citate band svedesi che, quando si parla di modern metal non possono mai essere dimenticate.
L’album parte in quarta con la velocissima They Come for Us All, che mette subito in evidenza le coordinate del lavoro: le vocals (in questo caso estreme) si alternano con buoni risultati mentre Brus comincia a macinare riff e solos con velocità e tecnica alternate ad un’eleganza non comune nel genere; la title-track bissa la buona partenza e dopo un arpeggio acustico si trasforma in una cavalcata in stile Soilwork nella quale compaiono le clean vocals.
My Demise e Scavengers, più orientate verso il thrash più canonico, lasciano il segno per gli ottimi interventi della solista ma si torna verso il metalcore con Delirium (Forever Bound).
Questo alternarsi tra modernità e tradizione consente all’ascoltatore di non annoiarsi, facendolo arrivare alla fine con la voglia di rischiacciare il tasto play del lettore; ancora due grandi canzoni arrivano a chiudere il disco: la semiballad Lost e la riuscita End of the Line.
In conclusione, The Dying Light è un lavoro da non lasciarsi sfuggire in quanto,. oltre ad una manciata di ottimi brani, ci consegna un musicista dallo smisurato talento.

Tracklist:
1. They Come for Us All
2. The Dying Light
3. My Demise
4. Scavengers
5. Delirium (Forever Bound)
6. Lost
7. Beyond the Sun
8. End of the Line
9. We Are the Voice
10. Salvation

Line-up:
Stephan Brus – Guitars,Bass,Drums
Kevin Klaassen – Vocals
Koen Vroom – Vocals

SOULNERVE – Facebnook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP