Electropark Festival è uno degli eventi musicali, e non solo, più innovativi e particolari che la città di Genova possa ricordare negli ultimi tempi. E’ un festival che volge lo sguardo alla musica elettronica, alla multimedialità e ai contesti urbani locali, alla loro storia e vissuto sociale. Si articola in tre giorni di dj-set, live ed incontri, secondo la logica di un approccio musicale, culturale e narrativo davvero particolare.
Il festival, giunto alla sesta edizione, andrà in scena i prossimi 12, 13 e 14 Ottobre in pieno centro storico di Genova, con un programma di tutto rispetto, con l’icona techno inglese Surgeon, la sorprendente creatività di Laurel Halo con Eli Keszler (targata Hyperdub) tra IDM ambient jazz e molto altro, da Bristol tra techno e bass music con Peverelist e Kowton, e poi ancora Broken English Club, Lukid, le contaminazioni jazz dall’Italia di Antonio Marini in arte Healing Force Project, e molti altri.
Al centro dell’edizione di quest’anno il tema della ‘Migrazione’. Genova è da sempre città attraversata da migrazioni: snodo portuale ricco di storia, prosperosa repubblica marinara, tappa di rotte commerciali e militari, condensa in sé storie di emigrazione e immigrazione. Collegandosi al tema musicale, anche il suono è un migrante, che si diffonde nello spazio con diffrazioni e rifrazioni, innesca movimenti di compressione e dilatazione tra le molecole dell’aria ed è evento trasportatore di informazioni che vengono decodificate al nostro interno.
L’evento si apre giovedì 12 con Lukid nella splendida cornice dei truogoli (treuggi per gli autoctoni) di Santa Brigida, la sessione yoga electronic soundscapes e il live presentato in anteprima italiana di Laurel Halo ed Eli Keszler nella suggestiva Chiesa Inferiore di S. Giovanni di Prè. Venerdì ci si sposta alla Commenda per la conferenza sul tema “music is culture”, la mostra artistica multimediale sul tema della migrazione dell’australiano Andrew Quinn, e infine la serata con Surgeon, Broken English Club e Hencote/Henkot.
Sabato invece, per la giornata conclusiva, un tour pomeridiano fra i mercati dello Statuto e dei pescatori della Darsena e di nuovo alla Commenda per la serata conclusiva, con le tre ore del back to back tra Peverelist e Kowton e Healing Force Project.
Per l’occasione abbiamo intervistato Alessandro di Forevergreen.fm, co-ideatore e organizzatore di Electropark, ormai divenuto il cuore pulsante dell’elettronica d’avanguardia a Genova.
IYE: Ciao Alessandro, grazie della disponibilità. Allora, una tappa importante per Electropark, che alla sua sesta edizione si consolida come una realtà importante e di respiro internazionale nel panorama genovese e non solo! C’è qualcosa di particolare che vi lega a Genova e ai luoghi del centro storico dopo diversi anni, nonostante immagino alcune difficoltà organizzative? Cosa occorre per creare un festival innovativo ma di richiamo e non troppo di nicchia, che intrecci musica e cultura?
ALE: Grazie intanto per questa intervista e per questa prima domanda, che mi consente di stimolare un dibattito che la città di Genova ha la necessità di affrontare con la voce delle tante organizzazioni culturali presenti sul territorio, verso un approccio collaborativo con l’amministrazione: spesso si progetta un’idea di programma e per realizzarla si incontrano molti vincoli per lo più oggettivi che ne limitano una produzione culturale piena, la realizzazione operativa. . Quindi per rispondere alla tua domanda direi che per creare un festival innovativo c’è bisogno di resistenza e una buona dose di studio del contesto. La passione non basta.
IYE: Come è cambiato negli anni Electropark?
ALE: Electropark è un festival ma prima ancora un progetto che negli anni si è consolidato grazie al lavoro di chi lo progetta e lo produce, ma anche di chi lo vive partecipando, il nostro pubblico. Negli anni, tenendo ferma la caratteristica predominante di valorizzazione degli spazi culturali della città, abbiamo declinato un’offerta culturale di respiro internazionale ed emergente tramite linguaggi contemporanei (dj set, live, arti visive, workshop, ecc). Negli ultimi due anni all’offerta culturale è stata affiancata una precisa vocazione di rigenerazione urbana, frutto dell’impatto sociale che il festival produce in città prima, durante e dopo il suo svolgimento. Questo aspetto che sembra marginale penso sia decisivo per inquadrare Electropark come un progetto non solo di Forevergreen, ma della città che lo alimenta e ne trae benessere. Dobbiamo cercare di pensare in grande e favorire un contesto in cui la Cultura sia accessibile, fonte di rinnovamento degli spazi della città e capace di creare indotto economico e occupazionale.
IYE: Oltre al programma delle serate con i live e i DJ-set però non va dimenticato che Electropark prevede anche degli interessanti eventi al contorno, da conferenze a installazioni e quant’altro. Ci spieghi meglio cosa bolle in pentola?
ALE: Come ti anticipavo poco fa la costruzione di Electropark non si limita ad invitare artisti più o meno importanti della scena internazionale o nazionale (anche se devo ammettere che quest’anno abbiamo una line-up davvero importante!). Come tutti gli anni proponiamo un momento di approfondimento e per questa edizione abbiamo voluto proseguire il percorso iniziato un anno fa, organizzando una nuova tavola rotonda in cui discutere di imprenditoria culturale e sociale, temi caldi a livello nazionale e che ci riguardano da vicino. Tra l’altro avremo ospiti di assoluto valore come i Deputati alla Camera del Parlamento Italiano Irene Manzi e Roberto Rampi firmatari delle proposte di legge su Imprese Culturali Creative e Codice dello Spettacolo, oltre ad altri esperti del settore (Venerdì 13 Ottobre dalle ore 17 alle ore 20 al Museoteatro Commenda di Prè). Altro filone che abbiamo deciso di percorrere quest’anno grazie ad una intuizione di Andrea Grassullo (fondatore insieme a me di Forevergreen) ed al sostegno di Compagnia di San Paolo e Fondazione Carige, è stata quella di produrre una ricerca storica artistica sul controverso tema delle Migrazioni: in collaborazione con il Mu.MA abbiamo quindi lavorato per presentare questo tema con i linguaggi contemporanei della realtà virtuale e del visual mapping e abbiamo coinvolto l’artista australiano Andrew Quinn che presenterà la mostra interattiva multimediale, accessibile durante tutto il festival (inaugurazione Venerdì 13 Ottobre ore 20 al Museoteatro Commenda di Prè). Un altro spunto artistico legato al tema delle migrazioni, in questo caso cellulari, è la mostra a cura di Quiet Ensemble esposta in Sala Dogana a Palazzo Ducale durante tutta la settimana del festival da Martedì 10 a Domenica 15 Ottobre (questo spazio conterrà anche il lavoro grafico di Valeria Piras come testimonianza ulteriore dei temi e contenuti presentati e sarà sede della conferenza stampa in programma Martedì 10 Ottobre alle ore 12.30).
IYE: Ma Electropark non è solo musica elettronica d’avanguardia, c’è anche di più, la volontà di far crescere e rinascere delle realtà importanti in uno dei centri storici più belli e ricchi di storia del mondo. Siete tornati consolidandovi nella zona di Prè, e i luoghi che avete scelto per i vari eventi sono sempre molto suggestivi: dai Truogoli, alla chiesa di San Giovanni, la storica Commenda, i Mercati (un format molto interessante che comincia a vedersi sempre più spesso in giro). Raccontaci qualcosa di più sul progetto di riqualificazione e di integrazione tra musica e territorio che portate avanti ormai da più anni.
ALE: L’idea di investire risorse ed energie su un territorio così complesso come quello di Prè è il frutto di una riflessione che ha coinvolto dapprima la nostra organizzazione internamente. Ricordo ancora quando ne ho parlato con Valeria La Mantia (che cura la comunicazione in Forevergreen e ha scritto una tesi di laurea proprio su Electropark e sulla valorizzazione degli archivi digitali dei festival) e ci siamo posti un obiettivo ambizioso e molto sfidante. Più volte mi ripetevo “ma il festival ha già una funzione sociale, perché non potenziarla?!”. E così ci siamo cimentati in questo progetto che forse definirei più propriamente un processo, un processo relazionale e rigenerativo. La campagna di raccolta fondi dal titolo “Ricordati di Prè” ha sicuramente un valore ben superiore ai fondi raccolti. Abbiamo messo in relazione 25 esercizi commerciali della zona con nuove persone che grazie alla loro donazione hanno ricevuto un buono d’acquisto da spendere all’interno del negozio o della bottega scelta. Questo ci ha permesso di ampliare il contesto di realizzazione del festival a Piazza dei Truogoli di Santa Brigida, al Mercato ortofrutticolo dello Statuto e al Mercato Ittico dei Pescatori della Darsena. Ora stiamo proseguendo questo percorso, valutando l’impatto sociale generato da questa iniziativa e progettando le azioni successive. E’ nostro obiettivo rendere permanente ciò che di temporaneo abbiamo prodotto in questi anni.
IYE: Insomma ormai il quartiere ormai vi ha accolto e ha riconosciuto la capacità di queste iniziative di valorizzare le piccole attività locali. Quanto è stata importante l’intesa delle parti coinvolte e quali sono le chiavi per poter realizzare un progetto del genere in una realtà come questa?
ALE: Come dicevo prima si tratta quasi esclusivamente di relazioni. Non è facile far passare l’idea che la musica elettronica possa produrre impatto sociale. Ricordo ancora che la prima edizione del festival (2012) dovevamo spiegare a partner e istituzioni che la musica elettronica è un’arte come le altre, che non per forza è sinonimo di sballo o esclusivamente divertimento. Allora come adesso siamo convinti che sia Cultura. E non posso dimenticare le prime “sponsorizzazioni” da un punto di vista progettuale da parte dell’Ufficio Cultura del Comune di Genova e del Goethe-Institut Genua, ancora oggi promotori attivi del festival e nostri interlocutori centrali. Nel tempo abbiamo incontrato e ci hanno conosciuto tante persone, per ultime le persone che vivono e abitano il quartiere di Prè. Non credo che le persone del quartiere ci abbiano ancora accolto totalmente e concordo quando mi si dice che siamo “nomadi che arrivano e poi vanno via”. Ecco, dopo questa edizione vorrei poter dire che questo era il punto di partenza per la creazione di una rete di persone che producono e fruiscono di cultura e commercio verso un obiettivo comune di valorizzazione urbana, rafforzando quanto già stanno facendo le associazioni attive sul territorio, come ad esempio l’Associazione Matrioske. Chiesa, Mercati, Piazze, ci appassiona far conoscere angoli e spazi spesso dimenticati ai più giovani e non solo.
IYE: Tornando all’aspetto musicale del festival, anche per questa edizione una line-up importante, tra potenza e sperimentazione, come sempre Electropark non ha paura di spingersi oltre le scelte “consolidate” in termini di pubblico per proporre qualcosa di diverso e di un po’ più coraggioso. Si può dire che uno degli obiettivi di Electropark sia trasmettere l’idea che la musica elettronica non si chiuda sui propri schemi ma sia un processo culturale in continua evoluzione e rinnovamento?
ALE: E’ esattamente come dici. L’anno scorso avevamo intitolato la tavola rotonda “La musica non è rumore”, quest’anno il titolo della tavola rotonda sarà La musica è Cultura (Music is Culture per l’esattezza). Non possiamo più lamentarci, dobbiamo fare, resistere e fare.
IYE: Per questa edizione una line-up di stampo fortemente britannico, dopo alcune edizioni targate prevalentemente Germania, per accontentare tutti i palati fini, spaziando tra techno, house, bass music, sperimentazione, ambient, hip-hop e jazz…. Con quali criteri vi fate ispirare e cosa vi orienta nel formare una line-up di un evento come Electropark?
ALE: Questa domanda sarebbe da rivolgere a chi cura la direzione artistica. Sicuramente sono tutti artisti che mi piacciono molto e che ho ascoltato e alcuni conosciuto meglio proprio grazie a questa nuova edizione di Electropark. Ecco, se posso dirti sono molto orgoglioso che stiamo portando a Genova artisti così importanti, e soprattutto sono fiero che la proposta negli anni sia sempre stata non convenzionale e mai influenzata da dinamiche commerciali.
IYE: Vuoi dirci qualcos’altro sul festival o anticiparci qualcosa sul futuro di Electropark prima dei saluti?
ALE: Dicono che sono prolisso, meglio che mi fermi qui, ma se qualcuno volesse continuare questa chiacchierata dagli pure la mia mail alessandro@forevergreen.fm ? Ci vediamo all’Electropark! ?
IYE: Grazie Alessandro per la chiacchierata, non posso far altro che augurarmi di vedere continuare questo bellissimo progetto! E non resta che dare appuntamento al secondo weekend di ottobre per scoprire tutti gli eventi di Electropark.
ALE: Grazie a te! ?