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Recensione : Spegnete I Cellulari Vol.4: Parasite & Roma

Spegnete I Cellulari Vol.4: Parasite & Roma:

Primo Tempo

Titolo: Parasite

Regia: Bong Joon-ho ...
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Primo Tempo

Titolo: Parasite

Regia: Bong Joon-ho

Produzione: Corea del Sud

Anno: 2019

 

Ki-woo vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada, con i genitori e la sorella. Insieme cercano di sbarcare il lunario con vari lavoretti senza grosse prospettive per il futuro. La svolta arriva con un amico di Ki-woo che offre al ragazzo l’opportunità di sostituirlo come insegnante d’inglese per la figlia dei Park, una famiglia molto ricca. Con una serie di espedienti, tutta la famiglia di Ki-woo riesce a essere assunta dai Park a scapito dei precedenti componenti della servitù. Il loro piano sembrerebbe funzionare, ma i poveri hanno un odore che i ricchi sanno riconoscere…

 

Un film su:

 

  • la lotta quotidiana, senza esclusione di colpi, di chi vive sulla soglia della povertà;
  • la meschinità degli uomini, sia poveri che ricchi;
  • il capitalismo e le miserie che porta con sé;
  • l’individualismo;
  • la fine della lotta di classe;
  • l’inconcludenza della menzogna.

 

Da vedere. Per come il regista riesce a creare un ottimo equilibrio tra vari generi, alternando commedia e dramma, grottesco e splatter per raccontare la fine della lotta di classe.

Le classi di basso livello – racconta il regista a proposito della Corea del Sud, ma vale anche per altre parti del mondo – non vogliono distruggere il Sistema che le ha prodotte, ma aspirano a sostituirsi alla classe dominante, imitandone modi, usi e costumi; e forse è anche per questo che, al termine della proiezione, rimane il dubbio su chi siano i veri parassiti: i poveri che si insinuano con l’inganno nella casa dei ricchi cercando di lavorare il meno possibile o i ricchi che grazie ai soldi possono affibbiare qualsiasi compito ai poveri?

Dedicato a chi ama i film intelligenti.

 

Secondo Tempo

 

Titolo: Roma

Regia: Alfonso Cuaron

Produzione: Messico, U.S.A

Anno: 2018

 

Un anno turbolento nella vita di una famiglia borghese nella Città del Messico – quartiere Roma – degli anni Settanta. La giovane Cleo, di origine india, lavora come domestica per Sofia, madre di quattro figli. Entrambe le donne si troveranno ad affrontare situazioni che le spingeranno a unire le forze verso la costruzione di una nuova vita.

 

Un film su:

 

  • la forza purificatrice dell’acqua;
  • l’oppressione per questioni di classe, genere ed etnia;
  • la colonizzazione dei bianchi;
  • la maternità negata perché non desiderata;
  • le donne e la loro comunanza di spirito che può travalicare le barriere sociali e annullare ogni scontro;
  • l’importanza dei segni premonitori, dei presagi, dei simboli;
  • l’impossibilità di pianificare la nostra vita;
  • la necessità di avere un equilibrio interiore.

 

Da vedere per ricordare che nell’estate del ’71 in Messico alcuni studenti vennero uccisi dalla polizia mentre manifestavano il proprio dissenso verso la politica repressiva del governo.

La scelta di girare il film in bianco e nero lo avvicina, in alcuni momenti, a una raccolta di fotografie, una sorta di diario e la lingua originale (sottotitoli in italiano) unita ai racconti visionari di uno dei bambini (un alter ego del regista da piccolo?) lascia un sentore di magia; la banda che ogni tanto compare suonando per il quartiere crea momenti surreali che sottolineano ancor più l’intensa e dura realtà di alcune scene.

 

The end

 

 

 

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