Primo Tempo
Titolo: Sulla mia pelle
Regia: Alessio Cremonini
Produzione: Italia (Netflix)
Anno: 2018
Il film racconta gli ultimi giorni di Stefano Cucchi, una settimana del 2009 che cambierà la vita a tutta la sua famiglia. Arrestato dai carabinieri con l’accusa di detenzione e spaccio di droga, Stefano verrà percosso e si sentirà male; trasferito in ospedale, dichiarerà di essere caduto dalle scale – “Quando smetteremo de racconta’ sta stronzata delle scale? Quando le scale smetteranno de menarce.” Partendo da un caso di cronaca contraddistinto da un’enorme visibilità mediatica, la pellicola porta a riflettere su uno Stato democratico che, oggi, permette che una persona in salute possa morire mentre è sotto la sua custodia.
Un film su:
- la morte assurda e inconcepibile sotto la custodia statale
- la stupidità della macchina burocratica e l’assurdità del Sistema
- la nostra impotenza di fronte all’ingiustizia
- il dolore delle famiglie che non possono dimenticare
- l’omertà delle istituzioni ostili e assenti
- l’indifferenza che crea morte, la perdita di umanità
- la violazione dei diritti umani
Un film di impegno civile, da vedere anche per la scottante attualità che racconta: l’ultima didascalia di “Sulla mia pelle” ci ricorda che nel 2009 i decessi nelle carceri italiane sono stati 176.
La commozione che si prova alla fine – sette minuti di lacrime e applausi alla Prima ufficiale – dimostra quanto questa storia sia ancora una ferita aperta, nonostante i tanti anni ormai trascorsi.
Per chi ama i film difficili da digerire.
Ancora una cosa: durante i titoli di coda si ascolta integralmente la registrazione della voce di Stefano Cucchi durante il breve processo per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: impressiona quanto l’attore, Alessandro Borghi, sia stato capace d’imitarla.
Secondo Tempo
Titolo: Joker
Regia: Todd Phillips
Produzione: U.S.A.
Anno: 2019
Artur Fleck è un clown: indossa il costume pubblicitario per mettere da parte i soldi per realizzarsi come comico mentre vive con la madre Penny in un triste appartamento dei bassifondi di Gotham. Il mondo lo ignora, lo calpesta mentre in lui si sviluppano nevrosi e insofferenze che cresceranno fino all’incontrollata reazione contro il sistema che lo opprime.
Un film su:
- quelli che non ce l’hanno fatta, gli sconfitti, i perdenti
- la solitudine che genera angoscia
- la violenza che si autoalimenta
- la frustrazione che deriva da un sogno (brutalmente) infranto
- il narcisismo
- il sentimento di rivalsa
- la società civile abbandonata a sé stessa
- la malattia mentale
- le vite immaginate
Da vedere perché pur essendo il “Joker” una figura dei fumetti legata a Batman, il film è quanto di più lontano si possa immaginare dal tipico blockbuster sui supereroi: mancano gli effetti speciali perché mancano i super-poteri: è la schizofrenia a rendere diverso il protagonista.
Il clown viene eletto, non per sua scelta ma per caso, a emblema di rivolta, a simbolo di protesta da parte degli emarginati, i reietti i quali, indossata la maschera da pagliaccio, chiedono conto ai ricchi, agli arricchiti, ai potenti.
La risata scomposta di uno straordinario e magrissimo Joaquin Phoenix vi seppellirà.
The end