Oggi Iye vi racconta una storia, la storia di una persona, la storia di Adriana Colla “Vittoria”.
Era nata a Susa nel 1922, e il Val di Susa aveva partecipato alla Resistenza, in una Brigata Garibaldina. Partecipa ad azioni importanti ma pericolose: per raccogliere informazioni sulla dislocazione dell’artiglieria tedesca, da comunicare agli alleati, si introduce nella Fortezza di Moncenisio, sfruttando l’amicizia della figlia del Podestà, e oltre alle notizie trova anche munizioni, che sa essere importanti come l’aria per i suoi compagni di lotta, se ne riempie lo zaino e torna alla Brigata.
Questa azione la espone, e viene arrestata; è condannata alla fucilazione, ma poco prima avviene uno scambio di prigionieri, e “Vittoria” è salva.
Ma lei non si ferma e ritornata alla formazione partigiana si offre volontaria per un altra azione: si tratta di andare a Torino per capire qual’è la situazione di un loro compagno partigiano che, ferito e arrestato dalle Brigate Nere, è ricoverato alle Molinette. Della missione fa parte il Cappellano della Brigata partigiana che è in contatto con una suora, infermiera nell’ospedale torinese; durante il percorso incontrano alcuni partigiani di un altra Brigata che si aggregano al gruppo.
Giunti a Torino vengono a sapere dalla suora che i partigiani ricoverati sono tre e tre i militi di guardia e, nonostante gli ordini fossero di compiere solo un sopralluogo, decidono al momento di compiere subito l’azione – riuscita – di liberazione dei tre partigiani.
Questi racconti li abbiamo sentiti più volte da lei, che era giustamente orgogliosa delle sue scelte, e recentemente sono stati registrati in video e fanno parte di un film/documentarioche ha vinto il “premio del pubblico” al Film Festival di Genova del 2016, e l’intervista completa di Adriana Colla la troviamo sul canale YouTube del Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton del Campus universitario di Savona (qui sotto ne vediamo uno stralcio).
Adriana non nasconde di aver fatto parte delle Giovani Fasciste con entusiasmo: nata l’anno in cui si afferma il fascismo non ebbe altra educazione fino ai 21 anni. E’ la storia di tanti giovani che nel Settembre del 1943 dovettero scegliere da che parte stare.
L’aiutarono a capire l’inganno del fascismo ed a riscattarsi dalla menzogna quegli antifascisti che solo il 25 luglio poterono uscire nelle piazze e raccontare quello che fino ad allora era stato nascosto.
L’adesione alla Resistenza ed alla guerra partigiana, il mettere continuamente in gioco la vita veniva dall’aver compreso che solo così si poteva cancellare la barbarie delle guerre di aggressione, delle leggi razziali, della complicità con il nazismo.
Adriana, che in un filmato dell’epoca, la vediamo sfilare il 1° maggio del 1945, insieme a tutti i partigiani che parteciparono alla liberazione di Torino, non ha mai smesso di lottare e il suo impegno politico e sociale è continuato fino ai giorni nostri.
Alle sue scelte di allora, alla sua coerenza, alla sua intelligenza, alla sua tenacia di sempre dobbiamo molto, dobbiamo tutto.