Gli Svvatogor sono una band ucraina dedita a un black metal ricco di passaggi folk e sperimentali, attiva da più di un decennio; con Doctor Veritas giungono al loro terzo album, che sarà forse il primo a concedere loro una certa visibilità, dato che i primi due non hanno avuto particolari riscontri al di fuori dell’area corrispondente all’ex Unione Sovietica.
La loro proposta si rivela ricca di spunti interessanti anche se, come sovente accade in questi casi, la componente metal appare preponderante mentre l’innesto di musica tradizionale e il ricorso a strumenti a fiato non sempre si armonizzano alla perfezione con le parti più aggressive.
Il gruppo proveniente da Kharkiv, per fortuna, cade in maniera sporadica in questo trabocchetto, anche e soprattutto grazie alla capacità di tessere trame musicali coinvolgenti e resistendo, quasi sempre, alla tentazione di disorientare l’ascoltatore con mille cambi di tempo e di stile all’interno dei singoli brani.
La fantasia e la voglia di sperimentare comunque non fanno difetto ai nostri, se prendiamo in considerazione il melting-pot linguistico dei testi, nei quali si passa con disinvoltura dall’inglese al francese, includendo ovviamente la lingua madre.
In Memory Of Fallen Heroes introduce l’album con un mid-tempo piuttosto tradizionale ma senza dubbio ispirato, mentre in Word Hard. Eat. Watch si manifestano le prime avvisaglie folk con un intro il cui motivo viene in seguito ripreso nei pesanti riff che contraddistinguono il brano.
La title-track è un’ottima dimostrazione di versatilità, con l’innesto appropriato di una parte di sax, mentre appaiono più forzati gli accostamenti in Nor Fire, Nor Sword, che si presenta inizialmente come un bellissimo brano di black atmosferico bruscamente spezzato da un break centrale in stile Gogol Bordello, per poi riprendere sotto forma di death melodico.
I brani successivi si impongono per la loro varietà che non va a scapito dell’omogeneità dell’esito finale, in particolare Inevitability è decisamente un’ottima dimostrazione di tecnica messa al servizio di un songwriting di livello assoluto, così come l’anthemica Spit and Forget.
La Concupiscence è una traccia straniante e invero un po’ pretenziosa, ma che, con il suo testo in francese, mi apre improvvisamente gli occhi su una possibile similitudine utile a fotografare il sound degli ucraini (scremati della componente folk): i Misanthrope di Philippe Courtois, tra i primi in assoluto, quasi vent’anni fa, nel proporre una, fino allora improbabile, ibridazione tra black, death e prog.
Il disco termina con Reincarnation Of Thought, che funge quasi da summa dell’intero lavoro, con tanto di sfuriata finale di stampo folk, nuovamente vicina al folle combo multietnico di Eugene Hutz (nato e cresciuto in Ucraina).
Gli Svyatogor dimostrano di possedere un potenziale certamente non ordinario e il loro disco non deluderà chi è alla ricerca di qualche novità all’interno della scena estrema. Per quanto mi riguarda, Doctor Veritas è un’ottima prova di black/death avanguardistico nel quale la componente folk si rivela come l’autentico valore aggiunto quando viene utilizzata nelle giuste dosi.
Tracklist :
1. In Memory Of Fallen Heroes
2. Word Hard. Eat. Watch
3. The Manifesto
4. Doctor Veritas
5. Nor Fire, Nor Sword
6. Awoke Incoming (Antarctic Solitude)
7. Spit And Forget
8. Inevitability
9. La Concupiscence
10. Reincarnation Of Thoughts
Line-up :
Master Alafern – Violin, Lead Guitars
Arius – Vocals, Rhythm Guitars
Duk – Bass
Amorth – Drums