Buon esordio per la band di Amburgo, fondata nel 2011 e arrivata quest’anno a licenziare il primo album intitolato For Those in Desperation.
I Syndemic si avvalgono della produzione di Eike Freese, già al lavoro con Deep Purple, Gamma Ray e Callejon agli Hammerstudios, situati nella loro città natale, per proporre un lavoro incentrato su un death metal molto tecnico, pregno di atmosfere e balzi tra rimandi progressivi e altri metalcore.
Lascia a bocca aperta l’ottima preparazione dei nostri e la produzione da top band, non dimenticando un buon songwriting che accomuna tutti i brani dell’album, passando da sfuriate estreme, siano esse più rivolte ad un death classico, sia supportate da ritmiche più moderne oppure ancora mostrando passaggi dove esce lo spirito prog del gruppo; aspetto, quest’ultimo, che consente uno sviluppo musicale di più ampio respiro conferendo al lavoro una certa varietà e dove troverà molti spunti interessanti anche chi non si considera un appassionato di death.
Buono l’uso delle due voci, che si mantengono su territori estremi, l’una più in growl e l’altra invece dalle tonalità in screaming, capaci di donare all’intero disco un’atmosfera di insana disperazione.
E’ un saliscendi dinamico la prova della band di Amburgo, l’alternanza tra le varie atmosfere è ben costruita e tra i diversi brani non ci si annoia, con picchi di assoluta qualità come l’opener Shelter in Disease, la notevole Progeny of Sorrow, dove fanno eco atmosfere alla Opeth, che ritornano in vari punti del disco a rubare la scena al death metal.
Ancora da segnalare Resonance Complex e la conclusiva Echo Chamber, che regala buoni spunti death/prog risultando il brano più riuscito del lotto ed ideale compendio del modo di fare musica dei Syndemic.
Non resta che fare i complimenti ai musicisti coinvolti per questo esordio e consigliare l’ascolto a chi apprezza la musica estrema ricca di digressioni progressive, assimilandone il contenuto con la dovuta calma per godere tutte le sfumature di un album che inevitabilmente alla distanza può solo crescere .
Tracklist:
1. Shelter in Disease
2. Leaves
3. Silent Wrath
4. Psychotic Disorder
5. Progeny of Sorrow
6. Thought Labyrinth
7. Interlude
8. Resonance Complex
9. Abysmal Structures
10. Echo Chamber
Line-up:
Maximilian Pannenberg – Bass, Vocals (backing)
Janis Freund – Drums
Mikis Trimborn – Guitars (lead)
Julian Kraus – Guitars (rhythm)
Daniel Boretzky – Vocals