Immaginiamo un luogo dove poter ascoltare questo nuovo di Teen Daze, spingiamo il tastino di avvio ► e abbandoniamoci allo svolgimento di noi stessi lungo il flusso delle sensazioni che dona la musica.
E’ bello poter decidere anche il momento giusto per avviare l’intimo rapporto tra sé e ciò che esce dal finale di riproduzione sonora; forse sorseggiare un caffè mentre cade la pioggia, scorgendo il sovrastante sole che cerca di rendere le nuvole meno plumbee; e poi ci siete voi che fate parte del tutto e Teen Daze, aka Mr. Jamison, che scopre i vostri luoghi e momenti dal lieve impasto iperreale. Non vi sono altri suoni intorno e non avete alcuna preoccupazione per la testa, voglio dire che Teen Daze riesce proprio a fare ciò che dico, isolarvi e permettervi di osservare in modo minimale il circostante, sia che abbiate gli occhi chiusi o aperti, che siate distesi o seduti, o che guardiate immagini in TV adoperando quale colonna sonora ciò che avete nelle orecchie.
Stupisce la rara freschezza di questo sforzo creativo, che si avvale di collaboratori di notevole spessore, Sean Carey, Dustin Wong, Sound Of Ceres, Nadia Hulett, and Jon Anderson, catalizzando al meglio le idee e i sentimenti di Teen Daze.
Cycle. Miscela eterea contornata da note di piano e dalla voce di Jamison. Scivola serena e rassicurante, speranzosa nel suo cullare da sogno tra synth, suoni elettronici, batterie, chitarre ed everything it’s alright!
Le fa da pendent la seguente “Dream City”, brano che raccoglie briciole di sabbia fluviale, specchietti d’acqua piovana che riflettono il cielo argenteo; si fluttua pensandosi, sospesi sul gioco del synth che perdura ispirato. Cuscino emotivo. Quasi 5 minuti di movimento oscillante, ondulatorio, che respira meditativo, introspettivo.
“Becoming”. Florilegio.
“Lost” ricongiunge con l’altra metà della mela, riporta ad una percezione più reale, concreta, servendosi di toni evanescenti, di fuga dalla realtà quando tutto precipita: allunga la mano e andiamocene lontano… Restiamo su toni rilassati, il suono viene scandito con una verve più convenzionale, nulla disturba; Teen Daze costruisce un’ottima song, molto pop, dal sapore nordico, fedele a qualcosa di glaciale delle terre Vancouveriane… ci parla vicino, avvalendosi di Nadia Hulett alla voce e alle parole, in bella sintonia.
Il gioco stilistico di “Cherry Blossoms” e meraviglioso nel suo brillare adamantino ultradimensionale… o evoca semplice pioggia angelica; pan degli angeli elettronico. E’ uno sballo infiorettato dalla chitarra che pizzica le note in un mood sakura… l’enfasi della melodia ci abbraccia di stupore, traversiamo lande dello spirito con leggerezza incantevole. Una punta di commozione ingentilisce la navigazione sul galeone della fantasia, Dusty Wong accresce il pathos, si esaurirà in un fading psichedelico pseudo bambù.
“First Rain” with S. Carey. Giri di loop, calma, ascensioni, fendenti discendenti, arpeggi di chitarra acustica, fioccano scampanellii e astri nell’azzurro cielo del feedback, poco prima del crepuscolo. S. Carey (Bon Iver) intona il filtrato nettare dell’alveo mieloso; misurata musica dal piglio folk, dosaggio perfetto di forze che tendono all’equilibrio estatico.
“Rising” with Sound of Ceres. Quel pop elettronico pacatamente disciolto nel calice della bellezza di panorami naturali dell’animo. I Sound of Ceres contribuiscono a caratterizzare l’atmosfera creando con Teen Daze un cristallino gioiello di armonie sognanti lungo un path sonoro variegato!
“Anew” with Jon Anderson (il produttore). Ammicca ad un country celeste, supportato dalla pedal steel e da effetti continui del synth. Una fontana a più flutti… da cui sgorga soffice acqua delle sorgenti nevose. Delicato ed affascinante. 2:43.
“Water in Heaven”. A chi non piacerebbe rilassarsi in Paradiso, immerso nelle acque limpide del posto? La voce invita a sedere in questi luoghi termali dello spirito e sorbire la purezza del sogno volta ad elevare a ritmo di santità il cuore, ora diventato azzurro, poi oro, infine rosa caleidoscopico; su tutto spicca il biancore Jamisoniano. Abbiamo abbandonato ogni pallidissimo grigiore e la irraggiungibile voce di Isaak Jamison, in tal guisa arrangiata, ci conferma che siamo alle soglie dell’aldilà, una breve visita turistica nella futura dimora di Teen Daze.
“Breathe”, l’ultima traccia, indica la fine di questo giro attraverso i “Themes for Dying Earth”, ci saluta in un soffio vitale, un semplice atto, il respiro, raccontato in moto fluido e riempitivo, svuotati ad ogni passaggio e poi nuovamente riempiti.
Coltivo un sogno, trasportare Teen Daze in Africa e drogarlo di quelle suggestioni musicali tipiche: che sarà mai per uno come lui?
P.S. Grazie Teen Daze di averci donato la tua benedizione sonora.
TRACKLIST
1. Cycle
2. Dream City
3. Becoming
4. Lost
5. Cherry Blossoms
6. First Rain
7. Rising
8. Anew
9. Water in Heaven
10. Breath
LINE-UP
Jamison Isaak – Drums, drum programming, bass guitar, synth bass and elecric bass, acoustic guitar, electric guitar, synthesizer, vocals, field recordings, electric piano, vibraphone, glockenspiel, dulcimer.
Jon Anderson – Electric piano, drums, bass, vibraphone and pedal steel.