Ebbi la fortuna, sempre per questa mirabile e-zine di recensire anche il precedente God Save The Fuzz (potreste immaginare titolo più bello per un album di garage?!?) e dissi che in quel caso il disco era molto bello ma che gli mancava un pezzo forte che lo stagliasse dalle altre produzioni di genere; ebbene dissi una delle mie proverbiali minchiate perché da quel giorno “Kick The Children” e “Turn Away” entreranno di forza nelle mie scelte di negletto dj di provincia.
A distanza di ben 4 anni (era proprio necessario farci attendere tanto?) i nostri tornano alla carica con una raccolta di canzoni ancor più bella della precedente e costringendomi a rimodellare la mia playlist annuale; sono conscio che al lettore non potrà importar molto neppure di questo ma io alla mia playlist dedico ragionamenti approfonditi e se, poi, a dicembre inoltrato i tipi della Boss Hoss mi mandano un album così bello, mi costringono a violentare le mie convinzioni più radicate, e che si fa così tra persone per bene?
Partendo dall’inciso che tutti, e dico tutti, i pezzi di questo disco sono molto belli vi citerò quelli che hanno riscontrato la mia sperticata preferenza; si parte con 10000 promises che, sorretta da un grandissimo lavoro di voxx, esplode in un fragoroso pezzo di garage-punk eighties style degno dei migliori Miracle Workers, Kind Of The Blue Beat è un breve strumentale molto psych e molto veloce nel quale sembra di ascoltare i Plasticland con una tigre nel motore, Fatiscenza Violenta è un brano adatto a chi pensa che il garage non renda se cantato in italiano, pensate, basta soltanto rivisitare la lezione del nostro sixties-beat più degenere (semplice no?), Istato Itagliano è mettere in musica uno stato di ubriachezza molesta.
Breve sosta, biretta fresca, e si ricomincia: He’s Gone è il mio pezzo preferito, è la tipica canzone in cui tutto funziona alla perfezione dagli intarsi fra gli strumenti al ritornello, qui il garage si fa quasi epico, senza tralasciare una vena di psichedelica malinconia, in poche parole una BOMBA, Hug Hug è molto wild o molto punk e quando compare un’armonica killer fa letteralmente sognare, chiude il cerchio la breve suite oppiacea di Tahiti With You.
Concludendo No Hits For The Kids dura poco meno di mezz’ora (nessun album di vero rock’n’roll dovrebbe durare di più) ed è come fare un giro nell’orgasmatron che compare nel film dell’ancora giovane e non ancora tedioso Woody Allen intitolato “Il Dormiglione”; se non lo avete ancora visto (il fim) fate in modo di vederlo e se non lo avete ancora ascoltato (l’album) vedete di ascoltarlo da qui a breve perché cambierà le vostre vite in (molto) meglio.
Per quanto riguarda il giro nell’orgasmatron, vedete di organizzarvi…