iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : THE BATTLEBEATS – MEET YOUR MAKER

Una copertina clamorosamente figa fa da cornice al ritorno sulla lunga distanza di Andresa Nugraha, cartoonist e musicista indipendente indonesiano che, da un lustro a questa parte, infiamma i nostri padiglioni auricolari col moniker Battlebeats, one man project dedito a un lo-fi garage punk rapido e selvaggio (coi giapponesi Teengenerate come ispirazione sonora principale) ma anche caratterizzato da influenze power pop.

A quattro anni di distanza dal long playing di debutto, “Search and destroy“, e dopo aver pubblicato diversi Ep e uno split album, il nostro (che canta e suona tutti gli strumenti: chitarra e batteria) ha sfornato il suo secondo Lp, “Meet your maker“, uscito il mese scorso sulla label statunitense Sweet Time Records. Squadra che perde non si cambia, e allora ecco confermata la consueta ricetta sonica orgogliosamente loser a base di hi-octane rock ‘n’ roll devoto alla summenzionata band di Fifi (idolo dichiarato di Andresa) e a Guitar Wolf, Ramones, New Bomb Turks e Reatards. Niente track by track, solo fragore, pogo, sudore e litri di alcool.

Se vi sanguinano ancora le orecchie a causa di quell’abominevole concentrato di musicademmmerda che è stato il Festivalbar di qualche giorno fa (ah no, scusate, era il “concertone” del primo maggio… vabbè, tanto ormai come livello di carrozzone inutile e dannoso siamo lì) allora ascoltare i ventitrè minuti elettrizzanti di un disco come “Meet your maker” può fare al caso vostro per disintossicarvi anima e corpo.

 

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)

INTERVISTA A MASSIMO DEL POZZO

Ci sono persone che, in un mondo ideale, andrebbero tutelate come patrimoni dell’Unesco perché, con la loro decennale opera meritoria ed encomiabile – in Italia

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP