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Recensione : The Classmates – Between The Lines

Ma perché certe cose le possono fare solo all'estero? E Sopratutto chi lo ha detto???

Premessa alla recensione n°1: Definitemi un paraculo se volete, pensate tranquillamente che sia sul libro paga di Jacopo e Tiziano ma per quanto mi riguarda tutto quello che esce per Area Pirata è più che buono, in molti casi ottimo.

Permessa alla recensione n°2: Io non sono un recensore, tanto meno un giornalista musicale, io faccio parte della scena e mi adopero perché questa cresca e prosperi, non aspettatevi perciò giudizi nelle mie righe ma descrizioni e emozioni.

Bene espletate le formalità di rito, ma non per questo meno importanti e sentite, passerò ad occuparmi di questo secondo album degli ottimi Classmates che se già con il loro esordio avevano colpito l’obbiettivo di divertire e stimolare chi li ascolta con questa loro nuova uscita fanno un ulteriore passo avanti dimostrando tutta la loro freschezza e facilità compositiva.

Il compito di aprire le danze spetta alla grintosa Clerk dove sembra di ascoltare i Buzzcocks lanciati in una folle corsa sulla Salerno-Reggio Calabria. Ma tutti i pezzi di questo Between The Lines sono degni di nota vi basti ascoltare Livin’On in odore dei migliori Jam, il glam (per la band sino ad ora mai sfiorato) di You Move, il power-pop ultra energico alla Exploding Hearts di City Lights, il pop tout court di A Long Distance Call tanto ispirato da non sfigurare al cospetto di veri e propri maestri del genere quali Smithereens o dB’s per chiudere con il perfetto connubio tra pop e punk di Animals nella quale i cori supportano il tutto e donano al pezzo un’immediatezza che in pochi sanno creare.

I nostri sono capaci come in pochi sanno fare, e d’altronde non è per nulla semplice, a dosare nelle giuste quantità energia, rabbia, melodia e freschezza e a chi pensa che in questo campo eccellano soltanto americani inglesi o australiani consiglio un bella cura a base di Classmates, se dopo almeno una dozzina di ascolti non avessero ancora cambiato idea direi che si tratti di un caso di malafede o di semplice miopia preconcetta.

Il tutto dura poco meno i mezz’ora, ed è giusto che sia così, e rimettere la puntina all’inizio dei solchi è un istinto al quale è difficile resistere.

P.S.: Se proprio vogliamo cercare il celeberrimo pelo nell’uovo per la copertina ci si poteva mettere un po’ più di impegno…dai perdonati.

1) Clerk,
2) What’s The Matter With Me,
3) Secret Party,
4) Livin’On,
5) You Move,
6) City Lights,
7) Building,
8) A Long Distance Call,
9) Close To Your Eyes,
10) Animals Gianlu – Vocals,

Otti- Giutar,
Zucc – Drums

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