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Recensione : THE DARTS – BOOMERANG

Avevamo già accennato, il mese scorso, all’imminente arrivo del nuovo album delle garage rockers statunitensi Darts (attraverso le parole della frontwoman e organista Nicole Laurenne) in un’intervista fatta al combo (in un inglese alquanto discutibile) da chi vi scrive. A distanza di un giro di calendario, ecco balzare davvero all’attenzione dei nostri timpani “Boomerang“, quarto lavoro sulla lunga distanza per la all-girl band originaria di Phoenix (in cui Nicole è affiancata da Christina Nunez al basso e backing vocals, Meliza Jackson alla chitarra e Mary Rose Gonzales alla batteria) a un solo anno di distanza dalla precedente prova “Snake oil“, e pubblicato sempre per la Alternative Tentacle Records, la label fondata da Jello Biafra, ormai vera e propria guida spirituale e consulente artistisco del gruppo.

Registrato a Los Angeles insieme al producer Mark Rains, con l’obiettivo di catturare in studio la stessa ruvidezza, intensità e freschezza rock ‘n’ roll delle esibizioni delle nostre monelle streghette dal vivo, “Boomerang” riesce nell’intento di suonare energico, ma anche variegato quando è il momento di cambiare registro. Il disco inizia con “Hang around“, un brano che apre le danze nel consueto Darts style: esuberante garage rock guidato dal saltellante organo Farfisa di Nicole, composto durante le sessioni di registrazione per “Snake oil” (ed entrato nelle grazie di Biafra, insieme a “Your show“, altro pezzo risalente a quel periodo e riciclato per l’occasione, più cadenzato e con venature soul) già rodato dal vivo durante il tour promozionale relativo al loro antecedente Lp (oltre alla summenzionata “Your show” e all’altro singolo “Pour another“) proseguendo poi con la potente “Are you down” di ispirazione Sonics (soprattutto nel riff portante) e il garage/psych di “Liar” (che sembra essere la cugina della “Love tsunami” uscita l’anno scorso) mentre la notturna “Slither“, con la sua sensuale psichedelia (che fa il paio con “Night“, con una Nicole più suadente che mai) rallenta i tempi, che però tornano subito a galoppare veloce nel saliscendi emozionale della successiva “Photograph“, nel grintoso downtempo di “Hell yeah“, nella scatenata “Welcome to my doldrums” e nella beffarda “You disappoint me“. Ma, a sorprendere, è la parte finale del full length, affidata all’R&B di “Dreaming crazy” e che non si chiude – come si ci aspetterebbe da un gruppo come le Darts, che punta tutto sulla fisicità scenica dell’impatto sonoro, soprattutto in sede live – con un garage punk indiavolato, bensì con una ballad come “The middle of nowhere“.

Un boomerang come metafora per dare una svolta alle proprie vite, quando si è costretti a fare delle scelte e delle rinunce pesanti (un po’ come decidere di radersi i capelli, di eliminare il caffè e le sigarette, farla finita con qualcuno o qualcosa… è una questione di qualità, o una formalità, non ricordiamo più bene…) ma che possono aprire nuove porte e far scorgere nuovi orizzonti. Un boomerang come metafora per descrivere l’iperattiva creatività della principale songwriter dell’ensemble, Nicole, che scrive canzoni a getto continuo e nel giro di un anno ha portato le sue compagne di band a incidere ben due long playing, con annesso viavai dagli studi di registrazione. Un boomerang come metafora sulle persone/relazioni tossiche e sulle situazioni di merda che nella vita possono andare e tornare, nonostante si faccia tutto il possibile per tenerle lontane. Qualunque sia il significato che vogliate assegnargli, questo “Boomerang”, da un punto di vista strettamente musicale, è un piccolo gioiellino di garage rock evoluto e moderno, che dimostra quanto queste quattro ragazze non abbiano paura di sperimentare e che, passo dopo passo, stiano anche evolvendo il loro sound, aggiungendo nuove fragranze al loro impianto rock ‘n’ roll. Non vi resta che prendervi mezz’ora del vostro tempo e continuare a lasciarvi ammaliare dal fascino di queste muse noir.

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