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Recensione : The Dick Dastardly’s – Omonimo Ep

I Dick Dastardly's sono di già, se li ascolti per conto tuo via stereo, un gruppone; ma se li vedi dal vivo diventano un gruppo fantasmagorico, assoluto. Suonano garage punk, ma lo fanno con piglio hardcore come ci e gli hanno insegnato New Bomb Turks, Teengenerate, Los Ass-Draggers e varia (cattiva) compagnia vociante.

Fra tutti i personaggi dei cartoni animati cui io possa pensare, Dick Dastardly è veramente punk, uno splendido cattivo perdente, uno che, anche quando avrebbe la vittoria in pugno, inventa strampalati trabocchetti ai danni dei propri avversari, trabocchetti che inesorabilmente gli si ritorcono contro.

Un loser inconsapevole, pasticcione, inverosimilmente romantico, nato dalle ferventi menti di Hanna e Barbera nel 1968. Appare quindi comprensibile che una band di punk rock decida di dedicare la propria ragione sociale ad un personaggio di tale indiscutibile lignaggio. I nostri certo non ambiscono alla medaglia tanto agognata dal cane Muttley in ogni puntata di Wacky Races: il loro proponimento è quello di suonare nel modo più veloce ed urticante che gli riesca.

I Dick Dastardly’s sono di già, se li ascolti per conto tuo via stereo, un gruppone; ma se li vedi dal vivo diventano un gruppo fantasmagorico, assoluto. Suonano garage punk, ma lo fanno con piglio hardcore come ci e gli hanno insegnato New Bomb Turks, Teengenerate, Los Ass-Draggers e varia (cattiva) compagnia vociante. Il piglio con cui affrontano l’argomento è davvero sorprendente: assistere ad un loro concerto è un’esperienza catartica: sono dei pazzi tarantolati che ti lasciano  a bocca aperta, quasi incapace di muoverti mentre assisti ammirat* a quanto scompostamente son bravi a muoversi loro: non capisci come facciano a non cadere, a non  inciampare, a non  cozzare fatalmente l’uno contro l’altro.

Ho già parlato di questo disco e quindi non mi addentrerò come faccio di solito nella descrizione dei brani che lo compongono (a chi vuole saperne di più non resta che andarsi a riprendere la mia precedente recensione), ma scrivo ugualmente queste righe per segnalarvi la ristampa in vinile di questo EP, operazione più che meritoria compiuta dagli amici di Flamingo Records.

Perché, a costo di risultare tedioso, quello del vinile – soprattutto in piccolo formato – resta il vero supporto sul quale deve essere inciso un disco di rock’n’roll.

The Dick Dastardly’s

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