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Recensione : The Eternal – When The Circle Of Light Begins To Fade

Per i The Eternal una prova convincente fatta di un gothic elegante, con diversi brani di notevole spessore e dall'indubbio appeal commerciale.

Al termine dell’ascolto When The Circle Of Light Begins To Fade sembra che siano trascorsi anni luce rispetto a quando Mark Kelson, con i suoi Cryptal Darkness, si proponeva come uno dei seguaci più credibili del verbo della “sposa morente”.

Correva l’anno 1999, e la band australiana pubblicava un disco splendido quanto sottovalutato dai più come “They Whispered You Had Risen”, nel quale forniva il suo apporto decisivo anche quel Martin Powell che era stato complice dei capolavori pubblicati nella prima metà degli anni ’90 dai My Dying Bride.
Dopo il buono “Chapter II – The Fallen”, Mark Kelson decideva di mettere fine alla storia dei Cryptal Darkness per riapparire nel 2004 con una nuova band denominata The Eternal e un disco d’esordio, “The Sombre Light Of Isolation” che, pur risentendo ancora del retaggio doom del musicista “aussie”, spostava nettamente il baricentro musicale verso un gothic molto più fruibile e per certi versi assimilabile ai Paradise Lost della fase successiva a “One Second”.
I lavori seguenti hanno visto un progressivo e fisiologico alleggerimento del sound fino all’approdo attuale ad uno stile decisamente più fruibile, pur se non definibile spudoratamente commerciale.
When The Circle Of Light Begins To Fade è il quinto full-length della storia ormai quasi decennale dei The Eternal e rappresenta la prova di una band matura e consapevole dei propri mezzi, pur nell’attuale vacanza di un’etichetta desiderosa di supportarne gli sforzi.
Onestamente questo lavoro rasenta la perfezione almeno fino a Yesterday’s Fire, presentando una serie di brani nei quali un buon impatto si sposa con melodie orecchiabili, avvicinandosi molto a quanto fatto egregiamente dai nostri The Foreshadowing e, conseguentemente, attingendo a livello di ispirazione dai migliori Paradise Lost dell’ultimo decennio: Circle Of Light e Motionless sono episodi che rifulgono di luce propria e che sono in grado di illuminare un intero album, così come Yesterday’s Fire, dopo un inizio più tirato, va a scomodare nel chorus i Sentenced più evocativi.
Purtroppo la seconda metà dell’album mostra un pò la corda ed è proprio la sua lunghezza che finisce per ritorcersi contro l’operato di Kelson e soci, specialmente perché nella sua fase discendente When The Circle Of Light Begins To Fade perde in mordente finendo troppo spesso per lambire i territori gothic-pop degli Him; per fortuna la traccia conclusiva The Burning Truth è di nuovo sufficientemente ispirata, e ciò consente di consegnare all’ascoltatore un ricordo positivo dell’album.
In ogni caso questa ultima fatica dei The Eternal non delude, anche se le emozioni che Marl Kelson è stato in grado di regalare con brani come “To Blackened Skies I Suffer” sono ormai un ricordo lontano, oltre che un termine di raffronto poco calzante alla luce della sua decisa svolta stilistica.
Resta, invece, il valore intrinseco di un disco che merita l’attenzione di chi ha apprezzato gli ultimi Sentenced, gli Him e ovviamente i Paradise Lost epoca “Host” e dintorni; per i The Eternal una prova convincente fatta di un gothic elegante, con diversi brani di notevole spessore e dall’indubbio appeal commerciale, cosa che, di questi tempi, non è affatto da sottovalutare.

Tracklist:
1. Circle of Light
2. Beneath These Waves
3. Motionless
4. Drifting
5. In Severance
6. Divided We Fall
7. Yesterday’s Fire
8. Carry Us Away
9. A Quiet Death of the Sun
10. The End of Everything
11. Without a Track
12. Dark Day Coming
13. The Burning Truth

Line-up :
Mark Kelson Vocals, Guitars
Brad Cook Guitars
Dave Langlands Bass
Marty O’Shea Drums

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