L’ EP omonimo del trio di Austin, John-Pauls (band dal nome talmente banale che é quasi impossibile da ritrovare su Google), ha un solo grande difetto: finisce troppo presto.
4 canzoni, ciascuna, di appena più di due minuti, ognuna con una sua particolarità e carattere ben definito, fanno appena in tempo a entrare in testa che già il disco e’ finito e chiede di ricominciare a essere suonato. E ad ogni ascolto viene voglia di riascoltare quel passaggio che si era intravisto, ma che nel frattempo é di nuovo andato, finito.
I John-Pauls si definiscono post-punk. Definizione sicuramente azzeccata nel senso che arrivano « dopo », e grazie al punk, però in un certo senso restrittiva, perché la cultura musicale dei 3 texani è un fermento dei suoni inglesi lunari e scoordinati dei Joy Division, dell’ironia rock dei Sonic Youth, dell’attitudine purista anni ’90 dei Fugazi, del cazzeggio punk dei Descendents, il tutto suonato con una leggerezza e beffardo distacco tipici della generazione Y e dei nostri giorni (a)social.
Lets Burn Down Westlake lascia intravedere per esempio il potenziale di un anthem a cavallo tra ritornello sfaticato adolescenziale e la canzone senza tempo da suonare a massimo volume, ieri oggi domani e tra 10 anni.
Il saluto finale Sweeden sussurato da una voce femminile eterea, arriva e se ne va quasi inosservato, dolce e dissonante.
I John-Pauls sono l’equivalente musicale di un ottimo e ricercato antipasto gastronomico presentato su un piatto già sporco e in porzioni minime. E a cui non fa seguito nessun piatto di resistenza, lasciando l’aquolina in bocca e uno strano senso di inquietudine e insoddisfazione. Un modo di risvegliare l’appetito, un colpo di fortuna o un’occasione sprecata ? Ai posteri l’ardua sentenza…
TRACKLIST
1- Island of Lanes
2- We Should be Armed
3- Lets Burn Down Westlake
4- Sweeden
LINE-UP
Phillip Niemeyer
Mark Fagan
Mikila Zaorski