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Recensione : The Kaams – Uwaga!

Il garage rende giovane chi lo fa e chi lo ascolta, l'età è soltanto una variabile assolutamente trascurabile.

Ci sono giorni in cui ci si sente davvero giù di morale, momenti nei quali il peso di un’età non propriamente da teenager si fa sentire e la ripetitività del lavoro sembra un peso davvero difficile da sostenere; certo, lo so, sono cose che capitano a tutti e nella vita c’è molto di peggio ma tant’è certi frangenti sono davvero ardui da sopportare.

In una di queste giornate arrivo a casa e accendo il computer più per abitudine che con la speranza di trovarvi qualcosa di interessante, ma il mio pessimismo è destinato a cessare: noto infatti che i tipi della Boss Hoss Records mi hanno spedito le loro nuove produzioni, però ‘sta giornata potrebbe essere pure peggio.
Comincio con l’ascoltare il primo album dei Kaams, che avevo la fortuna di aver conosciuto per le loro pregevolissime uscite su 7″, e il sorriso comincio a disegnarmisi sul viso, ma chi cazzo è vecchio e stanco?
La ricetta è semplice e pure banale ma efficacissima: il garage rende giovane chi lo fa e chi lo ascolta, l’età è soltanto una variabile assolutamente trascurabile.
Un luogo comune?
Può essere, ma lo avete mai visto chi non adora il rock’n’roll?
E’ triste, serioso, vecchio dentro e deve sempre trovare una risposta intellettualistica per qualsiasi questione, inquadrato il tipo?
Ma ora stop alle divagazioni e spazio ai Kaams che sono bravi assai e molto più poliedrici di quanto si possa pensare, prova ne sia il fatto che, nello scorrere degli 11 brani di “Uwaga!”, ci si imbatte nel blues punkizzato alla Tell-Tale Hearts di Stop talkin’, nel frat rock di It’s up to you e di I want more che tanto mi hanno ricordato gli splendidi Fortune & Maltese (alzi la mano chi si rimembra di costoro), nel lento sinuoso di Come back home che fa tanto secondi Miracle Workers o Hypnotics meno hard (vedete voi qual’è il paragone che più vi aggrada) e in un pezzo come No escape, che ci ricorda una volta di più il perché abbiamo tanto amato, e tuttora amiamo, una band stratosferica come i Pretty Things.
Alcuni anni orsono ricordo Madonna esibire una t-shirt con su scritto “Italians do it better”; non sono per nulla certo che si riferisse al garage-punk ma, se avesse avuto la lieta ventura di ascoltare i Kaams, certamente il suo cuore, e non solo quello, avrebbe palpitato per loro.

Tracklist:
1.Carol
2.Stop Talking
3.It’s Up To You
4.What I Want
5.Come Back Home
6.I Want More
7.The Rhythm Is You
8.Just A Little Bit
9.No Escape
10.What’s The Matter
11.Stoned
12.One More Chance

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