I californiani Long Ryders hanno annunciato, attraverso le loro pagine social, la prematura scomparsa (probabilmente a causa di un arresto cardiaco) del bassista/chitarrista Tom Stevens, all’età di 64 anni.
Stevens era nato e cresciuto nell’Indiana, suonando in varie garage e hard rock bands, prima di trasferirsi a Los Angeles, dove, dopo aver pubblicato un Ep da solista (“Points of view“) si unì ai Long Ryders, tra le formazioni più importanti di quella stagione del Sixties revival che, negli anni Ottanta (oltre al garage punk) ha caratterizzato il movimento chiamato Paisley Underground. Nel 1984, con i compagni Sid Griffin, Stephen McCarthy e Greg Sowders incise l’album di debutto dei Ryders, “Native Sons“, e contribuì anche al secondo disco, “State Of Our Union“, e il terzo “Two Fisted Tales“, prima di lasciare il gruppo, poi scioltosi nel 1987. Dopo la reunion, avvenuta dal 2004, Stevens prese parte alle registrazioni del sorprendente comeback album “Psychedelic Country Soul“, uscito nel 2019.
Oltre all’esperienza coi Long Ryders, Stevens aveva collaborato anche all’album d’esordio dei Danny & Dusty (insieme a Steve Wynn dei Dream Syndicate) del bassista Jack Waterson dei Green On Red, e di Chris Cacavas & The Junkyard Love, insieme a diversi Lp prodotti da solista.