Anche l’ultima creatura del vate Mike Stax approda sulle sicure sponde della Rogue Records e ciò non può che essere un piacere per noi devoti seguaci del verbo garage e dei suoi splendidi derivati. Si aggiunge, quindi, un nuovo tassello alle produzioni di questa label francese, che si occupa solo di 7″ (il vero formato rock’n’roll) e lo fa con la cura di chi vuol mantenere alto, altissimo, il livello delle proprie uscite.
Al contrario della stagione dell’ amore di Battiato, l’ispirazione, per questa accolita di appassionati del verbo sixties che risponde al nome di Loons, non viene e va con l’età, ma resta stabilmente ancorata a standard parecchio superiori alla media. Ne siano pregnante testimonianza i pezzi di questo singolo, vale a dire: High and Lonesome travolgente, ariosa, anfetaminica cavalcata psychedelica che, quando compare l’armonica, diventa addirittura magica e Daffodils of Despair una brano di (freak)beat davvero notevole, costruito sull’asse della sacra triade Creation/Move/Sorrows.
Inutile, ma forse necessario, ribadire quanto la passione, la competenza e il feeling insiti in dischi come questo, compensino la non verdissima età di chi li compone; in fondo il buon Stax è del 1962, un mio ipotetico fratello maggiore, ed entrambi – mi si permetta di dirlo – siamo invecchiati benissimo.
The Loons – High and Lonesome
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