iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : The Men – New Moon

Della loro infatuazione per la tradizione americana ce ne eravamo già accorti su "Open Your Heart", capolavoro che ci aveva regalato, immerse in un pantano di suoni noise indie, quei due momenti di meraviglioso relax intriso di tradizione sudista di "Country Song" e "Oscillation".

Ma qui la cosa inizia a farsi seria. O a rompere le palle, fate vobis. La nuova luna dei The Men, purtroppo per noi poveri insaziabili consumatori di rock’n’roll-noise, ha portato in dote una dose aggiuntiva di slide guitars vogliose di blues, ballate, armoniche e chitarre acustiche a disegnare melodie americane da cantare tutti in coro davanti al caminetto. Detta così fa impressione eh? Ma dopo l’iniziale spaesamento (“dai The Men mi aspettavo tutt’altro” e stronzate del genere) bisogna pure ammettere che i quattro ragazzi newyorkesi ci hanno saputo fare anche stavolta. Che a parte la dose massiccia di country e folk, c’è ancora un’anima indie noise bene in vista capace di abbattere qualsiasi concorrente. E che in fondo, ‘sta roba qui non è che la naturale evoluzione del loro sound.

Le vette di Open Your Heart sono lontane, ma di pane da mettere sotto i denti i Nostri continuano a fornirne in quantità industriale. Se le ballate country Open The Door e High and Lonesome lasciano un po’ interdetti, il resto del disco, invece, cresce di continuo con gli ascolti e finirà per rapirvi l’anima così come aveva fatto il precedente. Half Angel, Half Light e Without A Face sono due bellissime ballate folk sporcate di rifiuti noise e rock’n’roll, dove le linee armoniche disegnate da chitarra acustica e armonica si sposano con wah-wah (la prima) e sferragliate noise-core (la seconda). The Seeds è una bellissima ballata country-blues arricchita da una linea di basso distorta posta in sovrimpressione e da un bel solo di mandolino (eh già). Neil Young fa capolino da I Saw Her Face, ispirando un folk rock chitarristico che deraglia sul finale causa accelerazione punk.

Arrivati circa alla metà del disco, i rapporti di forza sembrano cambiare. Il folk e il country rimangono sottotraccia, salvo qualche colpo di coda (Bird Song), e riaffiorano prepotenti le escrescenze noise. E allora ecco in rapida successione la bellissima cavalcata noise’n’roll di The Brass, lo splendido ruggito indie del primo singolo Electric, le ballate folk-rock stuprate da chitarre noise di I See No One (uno dei pezzi migliori del lotto) e Freaky, o le sferragliate noise di Supermoon.
New Moon conferma: i The Men sono la miglior indie rock band in circolazione!

Track list:
1. Open The Door
2. Half Angel, Half Light
3. Whithout A Face
4. The Seeds
5. I Saw Her Face
6. High and Lonesome
7. The Brass
8. Electric
9. I See No One
10. Bird Song
11. Freaky
12. Supermoon

Line-up
Nick Chiericozzi – chitarra, voce
Mark Perro – chitarra, voce
Ben Greenberg – basso
Rich Samis – batteria

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Emma Tricca - Aspirin Sun_cover

Emma Tricca – Aspirin Sun

Emma Tricca – Aspirin Sun : «Aspirin Sun» è un disco mattutino: di folk psichedelico mattutino, forse un po’ insonne. È folk cinematografico, se mi passate il termine, ideale colonna sonora di un vecchio film

Deerhoof - Miracle-Level_cover

Deerhoof – Miracle-Level

Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca, la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislacca.

Pamplemousse - Think of It_cover

Pamplemousse – Think of It

Think of It è un disco noise rock in bianco e nero, analogico fin dalla coperta, costruito su fondamenta di accordi in minore, riff fuzzosi che si avvolgono e si svolgono in continuazione come quelli di chi sapete voi, accompagnati da un battito preciso e minimale, che dà un solido contributo a sostenere l’architettura e dare groove alla materia.

Tropical Fuck Storm - Submersive Behaviour_cover

Tropical Fuck Storm – Submersive Behaviour

È qui e richiede attenzione, perché i Tropical Fuck Storm hanno dimostrato più volte di saper far bene, di saper maneggiare il rock (alternativo, indie, noise, quello che volete) meglio di tanti altri – ma direi di quasi tutti.