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Recensione : The Queen Is Dead Volume 114 – Dionize, Flotsam And Jetsam, A Forest Mighty Black

Nuovo giro e nuove musiche, partiamo dalla one man band neozelandese Dionize e il suo stoner sludge, passando per il ritorno dei mitici thrashers americani Flotsam ann Jetsam, finendo in Italia con il bellissimo grunge stoner degli A Forest Mighty Black.

The Queen Is Dead Volume 114 – Dionize, Flotsam And Jetsam, A Forest Mighty Black

Nuovo giro e nuove musiche, partiamo dalla one man band neozelandese Dionize e il suo stoner sludge, passando per il ritorno dei mitici thrashers americani Flotsam ann Jetsam, finendo in Italia con il bellissimo grunge stoner degli A Forest Mighty Black.

DIONIZE

Esordio con “Lighthouse” su Argonauta Records per il progetto neozelandese Dionize, concepito dal multi strumentista, cantante, produttore e molto altro Adama Farr.

Adam nel passato ha militato e suonato nei Black Alpine, un gruppo metal assai conosciuto in Oceania, e in molti altri gruppi suonando diversi strumenti e solcando diversi generi. Dionize aka Farr compone, produce e suona tutti gli strumenti nel disco, mentre dal vivo si avvale della collaborazione di musicisti di esperienza, con Adama al canto e alla chitarra. Il suono proposto in questo debutto è uno stoner molto influenzato da diverse istanze, come lo sludge, il southern rock e tanto altro.

Non c’è una formula fissa a cui bisogna rispondere, il suono di Dionize si espande liberamente e tocca diversi punti dello spettro sonoro della musica pesante. L’incedere del gruppo non ha fretta, si suona per il piacere di farlo e di creare immagini musicali condivise, nello snodarsi del disco si può ascoltare la capacità compositiva di Adam e la sua capacità di creare intarsi sonori significativi e assai piacevoli da ascoltare. Ci sono molte reminiscenze e riferimenti nel disco, dai momenti più pop e quasi alla Ghost di “Lighthouse” pezzo di gran classe, a una ballata metal non convenzionale come “ If an axe is an arm” che permette di esplorare altri punti nascosti del talento di Adam.

La varietà del disco è uno dei suoi innegabili punti di forza, ed è un esordio molto interessante e che si ascolta con piacere e anche con stupore in alcuni passaggi.

FLOTSAM AND JETSAM

In questi ultimi anni nel metal stanno tornado a pubblicare dischi ( se si può ancora parlare di supporto fisico) praticamente tutti i pesi massimi dei vari generi e sottogeneri del metal degli ultimi quaranta, trenta anni. Alcuni dischi sono buoni, pochi sono molto buoni, altri sono assai dimenticabili.

Invece esiste anche chi c’è sempre stato e non ha mai lasciato il campo di battaglia come i Flotsam And Jetsam che pubblicano il loro quindicesimo disco dal titolo “ I am the weapon” su AFM Records è un lavoro molto convinto, incentrato sulla potenza e sulla tecnica del thrash metal anni novanta, sottogenere di cui sono stati maestri e ancora possono indicare una via a chi vuole intraprendere un cammino in questo mondo rumoroso.

Questi thrashers dell’Arizona conoscono benissimo la materia, hanno sfornato dischi epocali e dischi meno buoni, sono sempre stati presenti a loro stessi e hanno incentrato la loro forma musicale sulla tecnica e sulla melodia. Infatti, come si può benissimo ascoltare in questo disco, il gruppo americano mette in musica tutto ciò che ha di meglio, a partire da chitarre graffianti, una ritmica avvolgente e una voce acuta e calda, insomma thrash metal tecnico e molto melodico, che ha anche qualcosa del rock in alcuni frangenti. Questa scelta della melodia riuscirà a far piacere il disco anche a chi è meno avezzo all’incedere ritmico del thrash metal, infatti i Flotsam And Jetsam sono sempre stati apprezzati anche al di fuori della comunità metal.

Il gruppo è una sicurezza, e questo disco li mostra in grande forma, capaci di produrre un disco convincente, duro e con le melodie al posto giusto, con radici antiche e con un suono moderno, il gruppo ha praticamente attraversato tutta la parabola del thrash metal dalla fondazione ai giorni nostri, e sta portando il thrash nel futuro, e i Flotsam And Jetsam sono le solidissime radici.

A FOREST MIGHTY BLACK

Tornano gli italiani A Forest Mighty Black con il nuovo disco su Go Down records , “The hedonist”, secondo passo della loro decennale carriera musicale.

Il gruppo con questo nuovo lavoro compie una maturazione ulteriore andando ad esplorare nuovi sentieri musicali, rimanendo comunque fedele alle proprie origini. Il risultato è un disco deciso e molto sentito, un lavoro rumoroso e con moltissime ottime trovate, in bilico fra stoner, grunge e hard rock, spaziando in modo molto personale dai Queens Of The Stone Age ai Soundgarden.

I nostri bilanciano molto bene distorsione e melodia, potenza e melanconia, dando sempre un sapore particolare alla loro musica. Dall’iniziale “Animals & warriors” alla finale “Grave digger” l’ascolto è sempre molto piacevole e stimolante, con un suono che nasce dal grunge più distorto per arrivare ad abbracciare lo stoner, mostrando ancora una volta come questi generi siano molto concatenati fra loro, e che tanti gruppi validi come gli A Forest Mighty Black hanno profonde e forti radici grunge, figli bastardi di quegli Alice in Chains la cui influenza sulla musica pesante attuale non è stata ancora compresa pienamente.

La forza di questo gruppo e del suo suono risiede nella varietà e nella bellezza della loro musica che procede come le onde del mare, dolce o impetuosa a seconda delle lune, ma sempre scorrevole e salvifica, anche quando è aspra in apparenza. “The hedonist” tratta della ricerca del piacere, di quello che comporta nel nostro spirito, ci porta davanti al male e davanti al bene,senza giudicare, accompagnandoci come una bevanda dolce e mortale, bellissima e fatale. Disco speciale, con un suono che avvolge e che porta lontano ricordando tempi andati e mostrando il futuro di un suono che non muore mai.

 

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