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Recensione : The Queen Is Dead Volume 122 – Heat Fandango, Avtotheism, Bozoo

Altri tre dischi, altri tre esempi differenti di rumorismo, tutti grupp italiani, partiamo con il bellissimo disco degli  Heat Fandango, per passare ai bresciani Avototehism semplicemente uno dei migliori gruppi di death metal attuali, per terminare con lo stoner rock con venature grunge dei Bozoo.

HEAT FANDANGO, AVTOTHEISM BOZOO

The Queen Is Dead Volume 122 – Heat Fandango, Avtotheism, Bozoo

Altri tre dischi, altri tre esempi differenti di rumorismo, tutti grupp italiani, partiamo con il bellissimo disco degli  Heat Fandango, per passare ai bresciani Avototehism semplicemente uno dei migliori gruppi di death metal attuali, per terminare con lo stoner rock con venature grunge dei Bozoo.

HEAT FANDANGO

Nel corso degli anni la musica è mutata notevolmente, e anche se da una parte c’è sempre stata parte della stampa musicale, che per inciso è diminuita molto, che ha portato avanti una narrazione canonica anche sulla cosiddetta musica alternativa, dall’altra parte ci sono i gruppi e i solisti che continuano a fare musica in maniera seria e con talento. Svanite, e finalmente, ogni vanità di scena, avvicinandoci ai giorni finali della musica, ci sono gruppi come gli Heat Fandango che fanno dischi bellissimi da ascoltare in maniera assoluta, ovvero slegata da tutto il resto. Gli Heat Fandango sono un trio marchigiano composto da membri dei Jesus Franco & The Drogas e dei Lush Rimabud.

Il loro nuovo disco si intitola “Onde” e viene pubblicato da tre etichette, Trulletto Records, Bloddy Sound e Brigadisco. Dentro questo lavoro cantato interamente in italiano ci sono moltissime cose, le radici sono decisamente post punk, ma c’è tantissimo, dall’heavy blues alla psych, il suono è graffiante e distorto, la musica si sposa benissimo con il cantato in italiano e i testi sono molto interessanti, parlano di cadute e di visioni come di vita comune che è forse la cosa più difficile.

Nel suono del trio assume molta importanza anche la psichedelia che sfuma nel garage come nel bellissimo brano finale “Danza con me” che riassume molto bene lo spirito del disco. Non esiste un pezzo che annoi o ridondante, è tutto molto coerente, decadente e bello, quella bellezza selvaggia e che fa anche un po’ male. Ascoltare “Onde” è proprio come calarsi in mare senza sapere cosa ci aspetta, trovare la bellezza nella distorsione e nella parola che fa scaturire immagini. Un lavoro abrasivo e che non lascia indifferenti, un gran disco.

AVTOTHEISM

Gli Avtotheism sono un gruppo bresciano qui al loro secondo disco, che si intitola “Reflections of Execrable Stillness” ed esce per Unorthodox Emanations, la divisione death metal di Avantgard Music. Disco death metal dunque ? Non proprio, qui andiamo oltre le categorie. Certamente la base dalla quale si dipana la loro musica è il death metal, ma ci sono tantissime altre cose, e si può tranquillamente affermare che gli Avtotheism siano uno di quei pochi gruppi che fa storia a sé, con un suono originale che possiede delle origini ma che si sviluppa in maniera totalmente non convenzionale. Il suono di questo disco è un’onda sonora potente che viene da lontano, parte da un periodo atavico dell’uomo per andare a vedere cosa poterebbe esserci nel suo futuro, e parla soprattutto del rapporto con la Natura con la n maiuscola, nostra madre, a volte matrigna, a volte salvifica.

Le tracce sonore di questo disco sono composte in maniera davvero stupefacente, il suono è un malestorm che ci prende e ci porta in cielo per osservare dall’altro le nostre vite, infatti le prime quattro tracce sono materiale inedito composto nel 2022, mentre la seconda parte è un’unica canzone impegnativa di 17 minuti scritta tra il 2016 e il 2017. Queste due parti trattano argomenti diversi, ma sono intrinsecamente legate, poiché la prima è un concept che ruota attorno al rapporto tra Uomo e Natura, la natura ciclica del tempo e degli eventi. La seconda, invece, è un brano monolitico che si concentra sulla connessione tra Uomo e Dio.

Tutti gli argomenti che tratta il disco sono strettamente connessi fra loro, come la musica che sa essere intensa, poi sfuma per diventare qualcosa di atmosferico ed altamente evocativo, diventando ancora più perentoria e terribile, quasi un avvicinarsi ad un dio che punisce e che vuole cancellare una sua creatura, ma di cui non possiamo fare a meno. Il suono del gruppo bresciano è un metal estremo che coinvolge moltissimo l’ascoltatore, un vero e proprio viaggio sonoro e spirituale, tipico di qui dischi di metal estremo che hanno fatto la storia, e questo lavoro ha tutto il potenziale per farlo. Estremo, evocativo, e quasi mistico, un suono oltre per un progetto solidissimo e che merita tantissimo.

BOZOO 

Nuovo lavoro dei Bozoo, gruppo italiano di Stoner che esce per Argonauta Records ed è un disco omonimo. Nato nel 2019 il gruppo italiano suona un’amalgama molto ben riuscito di stoner, hard rock e stoner, plasmando un mondo sonoro variegato e assai ben riuscito. Come affermano loro stessi questo disco omonimo è un mondo sonoro che viene costruito canzone dopo canzone, e l’obiettivo è pienamente raggiunto. Il suono dei Bozoo ha tante sfumature, melodie valide e che ti carezzano pur rimanendo abrasive e distorte.

Nel loro bagaglio sonoro si posso trovare molti elementi musicali differenti, dallo stoner che è la colonna portante del tutto, all’hard rock che è il legante sonoro e il grunge che affiora a volte in maniera prepotente e che rende veramente prezioso il suono dei Bozoo. Ascoltando il disco ci si accorge che il gruppo ha quel tocco sonoro che riesce a rendere molto piacevole un suono che non semplice non è, e soprattutto sono sempre molto vari e con melodie particolati ed originali. Sebbene il disco rientri a pieno titolo nello stoner rock, sarebbe davvero limitativo e anche ingiusto ridurre questo lavoro al solo stoner, anche se la maggior parte degli ascoltatori di questo disco verrà da quel versante sonoro.

“Bozoo” funziona molto bene, ha degli intarsi sonori cesellati molto bene e complice una buona produzione rende molto bene, e ci si può gustare molto bene questo nuovo universo sonoro.

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