Psichedelia cosmica dalla Francia con gli Odonata XI, ottimo alternative metal con i portoghesi In We Fall e si termina con l’assalto noise post-hardcore degli americani Abondacy.
ODONATA X-1
“Cosmomega” è il nuovo disco dei francesi Odonata X-1, ed esce per Les Disques du Tigre. Il gruppo di Limoges in precedenza si chiamava solo Odonata ed aveva pubblicato un disco ” Gravitational perturbation”, prima di cambiare il nome in Odonata X-1 nel gennaio 2024.
Il loro suono è una trance indotta dalla psichedelia pesante, dallo stoner e da tanto space rock in quota Hawkwind. Il labirinto sonoro degli Odonata X-1 è un qualcosa in continua evoluzione, come una jam che continua all’infinito cambiando in continuazione connotati musicali. Le trame sonore sono milioni di cellule che si muovono in tutte le direzioni, infatti il disco è un concept album che parla della matura e della sua storia, dagli albori del nostro pianeta fino ai giorni nostri, quando i robot stanno prendendo il comando.
Oltre ad un suono molto evocativo che ci riporta a qualcosa in stile Monster Magnet e gruppi space psych, il gruppo francese ha una grande passione per la cultura italiana, infatti i testi di due pezzi “Nessuna luce II” e “La Grande Giostra” sono in italiano, e tutto ciò funzione benissimo.
Uno degli scopo principali del gruppo è quello di infondere una trance psichedelica nell’ascoltatore, grazie anche ad una ripetizione di riffs e temi, portando la sua coscienza ad uno stato alterato, dove si può gustare la portata psicotropa del disco, che è fortemente intriso di quel gusto anni sessanta e settanta, quel qualcosa di fortemente psych che riesce a dare quel qualcosa in più.
Un disco notevole che fa cambiare stato mentale durante l’ascolto, andando insieme agli Odonata X-1 nei loro universi.
IN WE FALL
Gli In We Fall sono un gruppo portoghese di Vila Real e pubblicheranno questo dicembre “Inner self” per l’americana Eclipse Records.
Il loro suono è un metal moderno e fresco con molti riferimenti alla scena indie ed alternativa, qualcosa che rimanda anche ai suoni americani del metal primi anni duemila, con una voce melodica e quasi grunge. La commistione musicale è il loro tratto distintivo principale, come la loro capacità di spaziare fra melodia e distorsioni mantenendo sempre ferma una grande vena melodica. Come i gruppi grunge dei primi anni duemila gli In We Fall sono più puliti dei loro predecessori, ma mantengono quel gusto per la melodia abrasiva ed adrenalinica.
Il disco parla dei traumi della guerra, dei pericoli insiti nella fiducia cieca che riponiamo in alcune persone e di quella che viene riposta in noi, e in genere ci si addentra nell’inner self che da il titolo al disco. Questo lavoro scorre in una maniera così piacevole e coerente che ascoltarlo è un lenitivo per i mali di questo mondo, addentrandosi in una musica fatta e prodotta molto bene, con lo scopo di parlare di cose vissute e provando a creare un punto di contatto fra i nostri diversi inner self.
Per chi ha qualche anno in più questo lavoro potrebbe ricordare qualcosa che aleggia fra grunge, progressive ed alternativo, con una dose di melodia che lo rende perfettamente agibile anche ad un pubblico non metal. Ottima prova dei ragazzi portoghesi.
ABANDONCY
Ci sono momenti nei quali la musica decide di stupirti ancora facendoti ascoltare qualcosa di particolare e di davvero bello, anzi più di bello, spiazzante. “Assailable agonism” degli Abandoncy esce per Vina Records ,The Ghost Is Clear Records e Learning Curve Records, ed è un assalto totale di noise, math, dodecafonia e distorsioni continue, è il vero volto della vita contemporanea che si mostra per quello che è.
Si sono formati da poco più di cinque anni, ma gli Abandoncy sono diventati un punto di riferimento della scena musicale heavy di KansasCity, Missouri e delle zone limitrofe. Sono composti da Damian Fisher alla chitarra e voce, Lincoln Peterson al basso e voce e Morgan Reed Greenwood alla batteria, sono potenti e profondi, la loro miscela musicale parte dal noise più oltranzista per arrivare al math, passando per il post-hardcore più duro, con grida, parti dissonanti e poi un cantato profondo quasi da crooner, per poi far vibrare nuovamente il caos.
La proposta musicale del gruppo è molto particolare, è un concentrato dell’underground musicale oltranzista a stelle e strisce degli ultimi trentanni, è un qualcosa che si avvicina ad un’idea di rumore senza vincoli né padroni, come quella di dischi che abbiamo amato molto in questa webzine, e che questa opera ripropone in tutta la loro forza.
Diciannove minuti di rumore, pugni e calci, una gragnola di mazzate che ti arrivano addosso da tutte le parti, eppure è piacevolissimo godersi lo kali yuga sonoro di questo disco.