Psichedelia desertica e sognante con i polacchi Maw, industrial elettronica e neoclassicismo con il nuovo ep degli svedesi Morlocks e si chiude con il bellissimo debutto dei berlinesi Haven, qualcosa di davvero differente.
MAW
L’approccio musicale dei Maw è come un grande onda di sabbia calda che si riversa dolce e calda sul viandante che viaggia solitario in un deserto senza nome, parte dei Pink Floyd per arrivare al desert rock più psichedelico e andare oltre. I polacchi Maw pubblicano il loro nuovo disco “THe humble collapse” su Argonauta Records e ci fanno entrare a fondo nelle loro composizioni sospese fra piani diversi, tra sogno e realtà, fra bellezza e meraviglia, in un viaggio senza fretta e senza tempo.
La musica dei Maw è un plasma in espansione, trascende la semplice forma canzone per formare qualcosa di totalmente differente. L’impianto sonoro è fortemente desert e stoner, e la struttura portante è la psichedelia più lisergica e dolce che possiate provare. Il gruppo polacco è differente nella maniera di trattare la psichedelia, dato che usa vari elementi differenti per arrivare ad un ottimo risultato.
Ad esempio nella traccia “LeCo” c’è un grande e piacevole uso dell’elettronica per fare una psichedelia dal sapore differente e sempre molto acida. Inoltre nei vari generi che potete ascoltare in questo lavoro c’è anche tanto space rock nella sua accezione più calma e viaggiosa, e fa capolino anche il post rock per alcune traiettorie musicali ancora più ardite. “The humble collapse” è un lavoro di grande profondità, musica che si espande in tantissime direzione e le copre tutte bene, con un tocco molto particolare anche in questa epoca che ci permette di avere tantissima musica ma poca di una qualità così alta.
MORLOCKS
I Morlocks svedesi, da non confondersi con i Morlocks americani grandi alfieri del garage rock, tornano con un nuovo ep dal titolo “Amor, Monstra Et Horrore Profundi” su Metropolis Records. Fondati nel 1991 da J.Strauss e Н.М.Д, i nostri sono arrivati fino ai giorni nostri grazie alla particolare miscela di industrial rock, elementi sinfonici e neoclassici, e tanta elettronica.
Gruppo di riferimento per chi ama quell’interstizio musicale che tocca elettronica, metal, qualcosa dell’ebm ed elementi gotici e neoclassici, i Morlocks firmano un ep di tutto rispetto, lascivo e lussurioso come lo vogliamo noi viziati ascoltatori.Il lavoro è della lunghezza giusta, fonde benissimo l’elettronica con la sinfonia di una piccola orchestra, i momenti tenebrosi si sposano benissimo con ritornelli quasi pop, che vengono poi spezzati da distorsioni quasi metal, o da cascate di synth ebm duri e puri.
I Morlocks portano avanti da anni una musica industriale e gotica al contempo, specialmente dal 2003, anno dell’entrata nel loro suono di elementi di musica classica che ne hanno ulteriormente alzato il livello, fino a farne uno dei gruppi in quel circuito industrial metal elettro con gruppi come i KMFDM, con i quali hanno collaborato e hanno remixato alcuni loro brani. In questo girone di viziosi i Morlocks raccontano di mostri e di amore, di sentimenti antichi che abbiamo dentro e che spesso escono anche in malo modo.
Ascoltare questo ep è vivere un suono che non è mai morto, anzi è molto più vitale ed amato di tanti altri, e la statunitense Metropolis Records ha tanti diamanti come questo nel suo catalogo.
Morlocks – Praise the iconoclast- Metropolis Records 2023
HAVEN
Album di debutto per i tedeschi Haven, si chiama “Causes” ed esce per Argonauta Records. Le emozioni che questo disco fa scaturire sono diverse e numerose, innanzitutto provoca uno senso di straniamento perché la loro proposta musicale è davvero fuori dal comune. Diciamo che si parte dal post metal e dal post rock, per arrivare ad una formula moderna che si potrebbe definire metal moderno, ma tutti questi termini servono per limitare la loro musica, bisogna ascoltare per capire.
Questi tedeschi hanno quel tiro sonoro che ti trascina, quel lasciare l’ascoltatore sospeso ed in attesa della meraviglia ma va benissimo anche solo aspettare, perché qui ogni nota vale la pena di essere ascoltata.
Le melodie sono le colonne portanti di un lavoro che abbiamo raramente ascoltato nel catalogo Argonauta Records che è davvero ampio e vario, ma mancava qualcosa come questo “Causes”, un qualcosa che sposta l’orizzonte, qualcosa di potente e di davvero originale.
Questo debutto non è consigliato a chi vuole un percorso musicale segnato e senza sorprese, qui i punti di riferimento sono in continuo movimento, e tutto è proteso ad andare avanti incessantemente, utilizzando elementi già sentiti in una maniera totalmente nuova ed entusiasmante. Il senso del ritmo qui è diverso, e la forma canzone è stravolta, in aperture sonore alla Tool come la canzone che da il titolo al disco “Causes”, che è forse la traccia più bella e quella che spiega meglio cosa possa fare questo gruppo.