Discordance
Apriamo questo nuovo episodio con il death metal dei ferraresi Discordance, con il loro nuovo disco Vertex in uscita per Buil2Kill Records. Il disco è il loro secondo episodio sulla lunga distanza ed è stato registrato nel 2020 presso l’Art Distillery Studio di Modena da Claudio Mulas.
Il loro suono è un ottimo death metal tecnico in puro stile europeo. ben suonato e senza fronzoli, con i virtuosismi che sono funzionali al loro ecosistema e non sono slegati. Il death metal è un genere diffuso, è riuscito a penetrare a fondo molte teste e non è mai passato di moda, perché non è mai stato un qualcosa di modaiolo, se non forse negli anni novanta, ma il death metal è volontà e sudore, e questo disco dei Discordance ci mostra molto chiaramente quanto possa suonare bene un gruppo death metal underground. Ci sono momenti intensi e veloci sottolineati dall’ottimo lavoro di tutto il gruppo e aperture melodiche che rendono il lavoro ancora più valido e carico.
I Discordance lo fanno per passione ma lo fanno molto bene, e la produzione di Mulas è molto precisa, dato che il death metal tecnico richiede conoscenza e possesso della materia. I punti di riferimento sono i grandi classici del technical death metal, ma tutto viene rielaborato in maniera personale e coinvolgente in una maniera che verrà apprezzata molto dagli amanti del genere, sopratutto i seguaci di quella scena italiana che non è sotto le luci della ribalta ma che sforna questi ottimi risultati.
Vertex è un disco intelligente e che spinge alla riflessione, come tutto l’ottimo death metal tecnico.
Sonata Arctica
Spostiamoci ora in un posto decisamente più freddo, la metallica Finlandia. In questa landa nordica ci sono moltissimi gruppi metal assai validi e i Sonata Arctica sono uno dei gruppi più famosi e poliedrici. Nati nel 1995 nella cittadina di Kemi in Lapponia, i Sonata Arctica con i loro dieci dischi hanno saputo entrare nel cuore e nella mente di moltissimi adepti del power metal e del metal in generale.
Il gruppo finlandese ha saputo conquistare con la propria musica e con il duro lavoro le classifiche finlandesi e poi quelle di altri paesi. Alla base del loro successo ci sono molte cose, ma sopratutto una grande melodia ed una straordinaria capacitò compositiva.
Tutto ciò viene ribadito in questo loro bellissimo disco acustico che esce per Atomic Fire Records, e si chiama Acoustic Adventures – Volume One. Durante questa pandemia i finlandesi non sono rimasti con le mani inattive, e oltre ad averla vissuta in maniera molto diversa da noi latini, hanno prodotto questa avventura acustica. Potendo contare su di un catalogo musicale assai ampio, i nostri hanno avuto la grande intuizione di arrangiare nuovamente i brani scelti e li hanno nuovamente registrati, donandogli una nuova veste ed una nuova vita. Già nel 2016 i Sonata Arctica avevano intrapreso un tour acustico, e grazie a questo successo nel 2019 era nata l’idea di questo album, registrato poi nel 2020. Il disco è un’autentica perla, si viaggia per tutto il loro catalogo e si rimane meravigliati dalla ricchezza e dalla calma potenza della musica dei Sonata Arctica.
Come i grandi gruppi, i Sonata Arctica riescono a comporre canzoni che possono essere suonate ed interpretate in diverse vesti, riuscendo sempre ad essere bellissime, e sopratutto differenti rispetto a prima. Acoustic Adventures – Volume One è una vera magia che viene dal freddo, prodotto benissimo, con una registrazione dal vivo che mostra tutta la bravura del gruppo, e che contribuisce a rendere molto più caldo e coinvolgente il tutto.
I Sonata Arctica sono un gruppo epico nell’accezione piena e più genuina del termine, sia che facciano metal sia che facciano cose acustiche. Si viene rapiti dall’inizio alla fine di questo disco, ci si sente come a teatro, davanti ad un’interpretazione di classe e di emozioni senza fine, si sente il disco e lo si rimanda indietro. Un’opera magnifica che mostra cosa siano i Sonata Arctica, che sono molto oltre la concezione comune di gruppo metal.
Cyrax
Continuiamo la puntata con qualcosa di totalmente differente, ascoltando il nuovo ep dei Cyrax gruppo dei dintorni di Milano, che si chiama Metamorphosis ed è autoprodotto.
Il gruppo nasce nel 2013 quando il cantante Marco Cantoni fonda il gruppo e chiama i chitarristi e compositori Antonio Rubuano e Marco Musazzi, con il quale comincia il percorso musicale e non che li porterà al primo disco chiamato Refelctions del 2013 uscito per Musea.
Il gruppo è un ensemble composto ora da Marco Cantoni alla voce, Gianluca Fraschini alla chitarra ritmica e solista, e infine Lorenzo Beltrami alla batteria. Il loro suono è un oceano di sperimentazione e di musica totale, si può forse parlare di musica classica fatta in maniera differente da quella canonica. Vi sono momenti anche vicino al prog, ma tutto è molto musicale, un teatro musicale ricchissimo e variegato, con la forma canzone che viene stravolta e che viene resa in qualcosa di nuovo e di inedito. Dentro Metamorphosis risiede uno spazio vitale, un universo composto da mille musiche, dal prog alla classica, dall’etnica a tanto altro, senza etichette, il tutto è molto libero e senza steccati che segnano un confine. Questo ep è un deciso tuffo verso l’ignoto, ma sono i Cyrax che sfidano l’ignoto e non viceversa.
Un ep che va oltre tanti pregiudizi musicali e vola in alto, là dove c’è più libertà, diventando un esperienza sonora corposa e molto molto interessante.
Come tutte le opere di un certo spessore non basta un ascolto superficiale ma bisogna immergersi in profondità per incontrare la tecnica che viaggia di pari passo con una creatività ed una capacità compositiva fuori dal comune.
Nel sottobosco ci sono gemme come i Cyrax, e sono tutte da scoprire.