THEY HATE CHANGE
Nel duo They Hate Change tutto non è quello che sembra a partire dal nome, tutto si rovescia e i binari stanno in alto, la strada si sdoppia e tutto è in continuo cambiamento, a partire dalla musica, mai uguale a se stessa. “ Finally New “ su Jagjaguwar Records è il loro esordio sulla lunga distanza ed è un continuum di suoni e generi completamente diversi che qui assumono un senso ed un compiutezza grazie ai They Hate Change.
Il punto di partenza è l’hip hop, nello stile dei Digable Planets, degli Antipop Consortium. Ovvero hip hop assolutamente diverso rispetto a quello che normalmente conosciamo. Il duo dalla Florida usa tutta la tavolozza musicale per costruire un’opera diversa ed altera, dove l’elettronica si insinua nel rap e viceversa, con uno stile particolarissimo e senza nessuna appiglio vero i gruppi più conosciuti. Per semplificare si può affermare che questo disco sia totalmente differente dall’hip hop che sentiamo e che diventando affermato ha stoppato la propria crescita ma dire così sarebbe fuorviante perché i They Hate Change giocano uno sport differente.
Qui non ci si vuole discostare, bensì creare qualcosa di nuovo e di originale partendo da elementi molto diversi, usando codici musicali che qui non ci dovrebbero essere per lasciarsi tutto alle spalle, creando davvero un nuovo universo musicale e non solo. Ad esempio un pezzo come “ Reversible Keys “, che ha una base liquid drum and bass che poi si trasforma e muta in continuazione, non può essere definito hip hop ma contenente hip hop all’interno di un genere sconosciuto.
Il risultato è un impasto sonoro unico, di grandissimo effetto, coadiuvato da un’ottima produzione, e sopratutto dal talento del duo, che scavando a fondo nella musica ascoltandola tantissimo ha saputo creare un suono onirico e molto potente, suggestivo e che ispira molte cose.
Una nuova via quando meno te lo aspetti.
ENJOYABLE MUSIC
Nuova produzione per il collettivo dell’estremo ponente Musica Orizzontale con “ A Liturgy Of Wires “ degli Enjoyable Music. Questi ultimi sono un duo di digital grindcore, etichetta che serve solo a spiegare la violenza espressa attraverso le macchine e non attraverso strumenti. “ A Liturgy Of Wires “ è un disco estremo, trasuda disagio e incompatibilità con la vita normale in ogni passaggio, non è musica comodamente alternativa ma è la descrizione più vicina e fedele delle nostre vite se avessimo il coraggio di vederle per quello che sono.
I nostri ci avevano già abituato a cose estreme, ma questo disco le supera tutte, anche per il giusto tempo che si sono presi per farlo. Non è semplicemente techno hardcore, french kick o giù di lì, ma è grind metal suonato con le macchine, anzi più del grindcore metal, perché grazie all’elettronica si può ulteriormente estremizzare il già estremo.
Molto particolare è il loro modo di intendere lo spazio all’interno di una traccia, spesso ci sono più tracce all’interno di una, ci sono momenti di degenero e saturazione totale, che poi si aprono in un’uscita melodica degni dell’ Aphex Twin ambientale, ascoltare “ Part Four Copy I Copy II Copy III Mutation I” per capire.
Ogni traccia esprime qualcosa di diverso, perfettamente inquadrata in un futuro o meglio presente apocalittico, dove anche l’intelligenza artificiale è completamente saltata e nulla è come dovrebbe essere, o peggio non si sa come dovrebbe essere un qualcosa.
E la cosa più notevole è che questo disco è un capolavoro, un incubo che diventa sogno e che torna incubo da esplorare preferibilmente in cuffia. Suoni veramente digitali, resi in maniera sublime dagli Enjoyable Music e che sono più taglienti e devastanti di quelli strumentali.
Un disco che apre il cuore a chi ama la devastazione filosofica e legge tutti i libri della Not Nero Editions, a chi ha sempre voluto sentire grindcore digitale e ha patito solo delusioni in merito. Sangue e dolore sintetici fatte con tantissimo cuore umano.
Uno dei dischi dell’anno, ed è paga quanto vuoi su Bandcamp, e i ragazzi meritano degli euro di sicuro.
PARADOX OBSCUR
Non poteva che arrivare da Berlino questo duo che si chiama Paradox Obscur e che fa musica elettronica molto dark, tra techno, ebm e synthwave, con il loro nuovo album “ Morphogenesis “ uscito all’inizio di maggio per Metropolis Records.
Il disco consiste di nove tracce registrate praticamente dal vivo, catturate così nella loro essenza più vera, con i sintetizzatori del produttore Toxic Razor e la voce assassina e bellissima di Kristal Ann. Il loro suono è un’elettronica tenebrosa ed oscura, piena di melodia e di suoni alteri e altresì molto ballabile e piacevole, un nero piacere proibito.
La coppia è molto sicura dei suoi mezzi e offre un lavoro di altissima qualità, una bellissima colonna sonora per la fine del mondo, o solo per la nostra scadenza. Dentro al disco ci sono fortissimi richiami alla goth ebm e alla italo disco, il tutto fatto con personalità e con una produzione eccellente che mette in risalto molto bene il disco e i suoi suoni.
Melanconia e oppiacei musicali, una dolcezza disperata, sono alcune delle emozioni che questo lavoro suscita nell’ascoltatore che ama questo sentire, e non è un sentire per tutti, almeno non per chi ha ancora speranza.
Contrasti, forze opposte, amore, morte, sesso e macchine il tutto con un’elettronica pulsante che non delude mai, disco notevole.