SUB POP E STRANI DISEGNI.
Il nuovo disco degli Shabazz Palaces si intitola The Don Of Diamond Dreams ed è forse il loro disco più straniante, psichedelico e soul che abbiano mai fatto. In uscita per la Sub Pop Records il disco è qualcosa che lascerà basiti anche chi già conosce e si abbevera in questa sorta di rap massonico, dove la conoscenza sta prima di tutto, e dove il significato viene prima del mezzo, nubi che hanno un disegno geometrico che non porta ordine, ma consapevolezza.
Ascoltando gli Shabazz Palaces non si avrà mai un ascolto uguale all’altro, non esiste un’esperienza simile, ogni attimo ne segue un altro in maniera lineare, in un tempo affatto ciclico ma perfettamente lineare. Soul disossato, funk, giri di fumo e un irriconoscibile hip hop per continuare una ricerca musicale che è stata portata sulla terra da Sun Ra, ma che non è prettamente umana.
Ci sono dischi hip hop usciti negli ultimi tempi che hanno fatto gridare al miracolo poiché si elevavano oltre la media, ma qui la media vien stravolta come l’intero orizzonte. Basti sentire un pezzo come Fast Learner con la comparsa del trapper Purple Tape Nate, inserito alla perfezione in un contesto da loro stessi definito giustamente new age e che potrebbe essere anche un singolo da alta classifica . Davvero una nuova era, per metriche e contesto. Come gli altri lavori questo disco non è mai facile e scontato, ma è una vera esperienza sonora e al contempo una delle cose più pop che abbiano mai fatto.
Alla fine sono tornati anche i Man Man, e meno male. Il loro disco Dream Hunting in the Valley of the In-Between, che dovrebbe, ormai viviamo in un condizionale permanente, uscire il primo maggio per la Sub Pop Records è il loro primo disco dopo sei anni di pausa. Non preoccupatevi, è un ottimo ritorno, alla loro altezza. Il padrone di casa Honus Honus aka Ryan Kattner, ha reclutato altri passeggeri e ha partorito un disco onirico, che ci porta nei meandri di tanti sogni, un incrocio tra musica balcanica, circo, i Beatles e l’indie americano, il tutto sormontato da una grande melodia e da una freschezza superiore.
L’urgenza fisica e quasi divina che Kattner ha nello scrivere musica che trasborda fuori di lui ci regala composizioni inattese, un insieme di elementi che altrove stonerebbero fortemente ma che qui sono tutti onirici e credibili, un Tetris dei nostri sogni, come se fossimo una mente alveare. Perchè Kattner alla fine, e con lui i Man Man, sono una creatura credibile ed americana di Kusturica, o meglio, di qualche capriccioso dio balcanico che ha portato da anni il suo carrozzone sulle sponde a stelle e strisce. Molto molto originale e uno dei dischi che riporta ad una musicalità dimenticata e fluente, in una parola, teatrale.
O forse i Beatles in un’altra dimensione temporale.
SHABAZZ PALACES :
MAN MAN :