Non è facile riprendere un gusto musicale particolare, e riadattarlo alla propria musicalità non è facile, possono riuscirci solo i più bravi ed in questo i The Reptilian sono molto bravi.
Il loro è un post rock fatto in maniera unica, con inserti provenienti da ogni genere possibile, si parte da un punto mentre la destinazione è sconosciuta, come ogni vero viaggio. Il cuore della loro visione è sicuramente l’indie anni novanta, ma bisogna essere molto bravi per accoppiare Cap N’ Jazz e tanto altro, per fare sfiammate di jazz core in ambiente post rock. La voce cantante è rabbiosa e spigolosa, mente intorno si sale e si scende come su una giostra. Emozioni, parole e gesti solidificati nel ghiaccio della nostra anima plastificata, e si arriva a vedere un orizzonte diverso, cullati da un’aggressività che vuole portare dolcezza, a tentando di colmare l’inevitabile distanza tra noi e quello che vorremmo essere, ma che non saremo mai. Ciò genera dolore e risentimento, sentimenti negativi, che i The Reptilian superano portando lo scontro sul terreno musicale, rovesciando i termini e facendo musica bellissima, trovando in un codice come il post rock la risposta, se non quella con la R maiuscola almeno quella che ti fa arrivare al domani successivo. End Paths è un disco meraviglioso, che potrà stupirvi se lo volete, ma in fondo dovreste sentirlo solo per farvi del bene, senza avere quelle pose o pregiudizi che così spesso ammorbano la nostra vita musicale. Si corre e si lotta, tentando di governare l’ingovernabile tigre dei nostri sentimenti profondi. End Of Paths per chi è ipersensibile può anche essere una prova difficile da affrontare, ma tuffatevi perché è qui che ritroverete l’acqua dove si bagnavano gli Slint.
TRACKLIST
1. Drifter
2. No Path
3. Sad Ghost
4. Fold And Follow
5. Old Growth
6. Arm’s Length
7. Wrong Pattern
8. Turn And Coil