Quando nell’ormai lontano 1987 uscì quella compila ormai leggendaria che fu “Neolithic sounds from south Europe” avevo 17 anni, ero un giovanissimo garage-punkers in cerca di emozioni forti e quella raccolta di miei svitati connazionali che si cimentavano con il meglio del sixties sound mi elettrizzò.
Otto erano le band che vi comparivano, provenivano da Udine fino ad Ascoli Piceno, fino ad arrivare nella meravigliosa terra di Sardegna più che degnamente rappresentata dai Five for Garage.
Se mi consentite una digressione di carattere geografico, ho sempre pensato alla Sardegna come ad una sorta di Hawaii italiana, un posto magnifico, lontano dal continente con spiagge splendide e mare cristallino.
Ma ovviamente la mia è una visione stereotipata di un luogo molto più composito sia dal punto di vista paesaggistico che da quello culturale.
E’ infatti innegabile come quest’isola abbia contribuito alla nobile causa del miglior rock’n’roll italico con grandissime realtà quali i surf-rocker Uninvited, i beatnik Joe Perrino & The Mellowtones nonché a coloro i quali sono da considerarsi i precursori dei Rippers, i garage-punkers Sleepwalkers (mi scuso con le altre realtà che non ho citato per il solo motivo che in questo momento non mi sovvengono).
Ed eccoci così giunti,finalmente, all’oggetto della recensione, i fantasmagorici Rippers, una della realtà più fulgide del rock nazionale (rock tout court) ed a questo loro nuovo singolo uscito per la sempre più intraprendente Surfin’ki.
La cosa ardua, quando si tratta di parlare del quartetto cagliaritano, è l’aver qualcosa da aggiungere per certificare la loro grandezza; attivi dal lontano 2001 e con all’attivo album per etichette straniere della rilevanza di “Screaming apple” e “Slovenly” (nonché di una marea di ep e 7″), nei quali non un solo brano si possa definire men che riuscito, i nostri godono di una credibilità a prova di bomba.
Credibilità che, se ce ne fosse bisogno, non potrà che accrescere grazie a ai due splendidi pezzi contenuti in questo indispensabile singoletto, la furiosa e punkeggiante I wanna know something about e la più bluesy Words you never said, nella quale compare il suono melodioso di una stordente armonica.
Per chi ama il garage certo non serviranno le sperticate lodi di un recensore di provincia per sapere che l’acquisto di qualsiasi cosa porti sulla copertina il nome dei Rippers sia un acquisto doveroso quanto necessario, per tutti gli altri spero invece che possano servire a conoscere uno dei gruppi più elettrizzanti fra quelli operanti in questi anni.
Tracklist:
A I Wanna Know Something About
B Words You Never Say