iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : The Routes – Instrumentals II – Shake Five

Chris Jack non lascia, ma raddoppia. Anzi: triplica. I nippo-britannici Routes arrivano a sfornare ben tre album nel 2021, arrivando complessivamente alla cifra tonda (dieci) di lavori sulla lunga distanza nel giro di tre lustri.

THE ROUTES – INSTRUMENTALS II – SHAKE FIVE

The Routes - The Routes – Instrumentals Ii – Shake FiveChris Jack non lascia, ma raddoppia. Anzi: triplica. I nippo-britannici Routes arrivano a sfornare ben tre album nel 2021, arrivando complessivamente alla cifra tonda (dieci) di lavori sulla lunga distanza nel giro di tre lustri. Dopo “Mesmerised“, uscito nel mese di aprile, il trio garage/beat/psych si è concesso lo sfizio di registrare ben due album totalmente strumentali. Il primo, in ordine di tempo, si intitola “Instrumentals II” (pubblicato a luglio sulla label portoghese Groovie Records) una sorta di seguito del disco “Instrumentals” del 2012, edito sempre dalla stessa etichetta. I Routes hanno dedicato la copertina dell’Lp al chitarrista giapponese Takeshi Terauchi (scomparso lo scorso 18 giugno) omaggiando l’album “Rashomon” inciso dal compositore negli anni Settanta coi Blue Jeans, e i tre utilizzano una tavolozza sonora che spazia dallo spaghetti western al surf di Dick Dale e Ventures, dal garage rock e gli stomp dei Fifties (Link Wray, Trashmen) alle compilation “Strummin’ Mental”.

 

L’altro album si chiama “Shake Five” (titolo che omaggia il canovaccio “Take Five” del Dave Brubeck Quartet) ed è uscito il 31 agosto grazie a una sinergia tra Double Crown Records, Soundflat/Topsy-Turvy Records e Otitis Media Records. Anche nei dieci pezzi di questi release (la cui versione in cd presenta due bonus tracks, “Trapped Inside” e “Yeti Spaghetti“) ritroviamo un blend di garage rock, punk, surf, R&B e psichedelia e influenze che vanno dai Fifties ai giorni nostri.

 

Se siete stanchi di tanto superfluo “bla bla bla bla bla” che infesta anche il canzoniere di diverse band rock ‘n’ roll (e a volte capita, soprattutto quando si tratta di innocui testi d’amore) questo doppio 33 giri strumentale è quello che fa per voi: niente fronzoli, tutta sostanza, chitarre spigolose e un sound versatile ed eccitante.

 

TRACKLIST

 

“INSTRUMENTALS II”

 

1. Pistolero
2. Kapow!
3. Sophisticated Sasquatch
4. Apocalyspo
5. 20 Year Blink
6. Ain’t It Black
7. Snail Love Story
8. Can’t Be Helped
9. Hang Down
10. Hello I Shove You

 

“SHAKE FIVE”

 

1. Calimocho Stomp
2. Guitar Weirdo
3. Shake Five
4. Wasabi Attack
5. Fashion Victim
6. Mongolian Chop
7. Concrete Boots
8. Tickler Of Fancies
9.  Space Age Blues
10.  Ant Hell

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)

INTERVISTA A MASSIMO DEL POZZO

Ci sono persone che, in un mondo ideale, andrebbero tutelate come patrimoni dell’Unesco perché, con la loro decennale opera meritoria ed encomiabile – in Italia

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP