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Recensione : The Sloks – Holy Motor

Difficili spigolosi come dev'essere il rock'n'roll più incompromissorio

Che il nostro reverendo, colui che veglia su di noi e approva benedicendoli tutti i nostri peccatucci di rockers indisciplinati ed impenitenti, fosse innamorato del nostro belpaese era un dato di fatto incontrovertibile. Ne siano dimostrazione le sue frequenti incursioni sui nostri palchi che calca sempre con la grazie di un elefante in una cristalleria (si badi bene è un complimento).

Ma il nostro, che in fatto di buon gusto non è secondo a nessuno, ha cominciato anche a pescare nel nostro sottobosco più intricato ed affascinante per infoltire la sua scuderia già piena di delizie. Infatti dopo dopo due band di caratura straordinaria come Movie Star Junkies e Devils è la volta dei torinesi Sloks trovare spazio sul rinomatissimo catalogo Voodoo Rhythm. Il terzetto sabaudo rispetto al suo precedente 7″ ha ancora radicalizzato il proprio sound già non esattamente “educato” in precedenza e in questo disco ci propone dieci pezzi difficili ma affascinati che hanno certo bisogno di più di un ascolto ma che una volta metabolizzati risultano delle vere e proprie schegge di rock’n’roll che si infilano sotto pelle e dalle quali è difficile liberarsi. L’album è aperto da due canzoni davvero ostiche come One Up e Rat brani che si situano in quel territorio insidioso che sta tra il rock’n’roll ed il rumorismo tanto per intenderci quello calcato qualche anno fa da band come i Pussy Galore.

Il pezzo che da il titolo all’album è una lunga e travagliata discesa agli inferi mentre Killer e Dad Can Dance (gran titolo!) sono due proiettili di punk disturbato e disturbante, chiudono il tutto un esercizio noise alla Sonic Youth più ispirati The Swamp e due brani di country+blues+rumore che faranno la felicità di ogni rocker più malato e desideroso di asperità.

Gli Sloks non suonano nulla di nuovo ma nello stesso tempo vi prendono e vi rivoltano come un calzino perché il loro modo di porsi è crudo e disperato tanto da non lasciare spazio a indugi o discussioni; dentro Holy Motor c’è energia, dolore e violenza in pratica la quintessenza del rock’n’roll.

ETICHETTA: Voodoo Rhythm Records

TRACKLIST
1) One Up,
2) Rat,
3) Holy Motor,
4) Jazz Is Dead,
5) Killer,
6) Dad Can Dance,
7) The Swamp,
8) Crashing,
9) Lost Memories,
10) By The River

LINE-UP
Ivy Claudy – Screaming,
Peter Chopsticks – Drums, Buddy Fuzz – Strings

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