Il disco richiama suoni difficilmente riconducibili all’Italia, un’influenza internazionale che ha trovato sfogo ora con i The Sons Of Anarchy. Hanno aspettato per dieci anni il momento giusto e (adesso che la musica indietronica si è fatta notare grazie ai Ratatat, The Postal Service e Justice) anche in suolo italiano troviamo i suoi esponenti.
L’ abbondanza di synth è sapientemente controllata, il suono è ricercato, particolare ma sempre in armonia con l’ambiente creato dal piano e dalla chitarra: questi strumenti non sono sempre posti in secondo piano ma anche in prima linea (I Won’t Let Me Fall Apart, Black As Your Soul, I Want You), così che l’arrivo delle tastiere possa spezzare la compostezza del brano. Le percussioni anch’esse sono molto curate, accompagnano i brani e rimangono sul fondo così da non sovraccaricare le tracce già piene di suoni.
La voce merita una nota a parte perché è lineare così che possa risultare ripetitiva e, talvolta, eccessivamente utilizzata.
Il disco offre una ventata d’aria nuova nella musica italiana, The Sons Of Anarchy incarnano appieno il genere non avendo nulla da invidiare agli artisti stranieri.
Tracklist:
01. Serpico
02. Brother
03. Time To Reflect
04. Flames
05. Black As Yor Soul
06. Shame
07. I Won’t Let Me Fall Apart
08. I Want You
09. Dead
10. Surrender
Line-up:
Raffaele Benevento (Voce, Chitarra e Piano)
Andrea Perillo (Batteria, Synth e Voci)