Gli Speedways tirano a lucido il meglio del loro repertorio per formare questa raccolta che, presuntuosamente ma a ragion veduta, intitolano Triplo Platino. E perché no!
Sono tra le band che tengono ancora alto il vessillo del Power-Pop, definizione che in questo caso calza come un abito sartoriale, e si pongono come figli (il)legittimi di Paul Collins, imparentati con Kurt Baker nelle loro divagazioni più Punk e, si dice, abbiano anche cugini in Italia (i nostri Radio Days da Voghera).
Mettono, così, un punto esclamativo nella loro carriera, dopo tre (triple) album in studio, il primo datato 2018 seppur sembra uscito a cavallo tra i ’70 e gli ’80. Chitarre sincopate, voce in doppia traccia e pop distorto.
Un modo per affermarsi tra chi già li conosce e per presentarsi a chi ancora non li ha sentiti ma, sopratutto, un bel biglietto da visita per il loro imminente primo tour negli USA. Che la British Invasion ritorni!
Nel merito delle tracce presentate, lo starting point è affidato ad un singolone come Seen Better Days, assolutamente adatto al mercato statunitense, mentre è pienamente britannica la traccia successiva Shoulda’ Known. Segue la godibile ballata Kisses Are History e poi un pezzo pop rock, Talk Of The Town.
Venature pop-punk per In A World Without Love It’s Hard To Stay Young, uno dei pezzi migliori. Si tiene alta l’attenzione con Tonight You’ll Find Love per poi riproporre una ballad che farà piangere tutti i nostalgici del miglior brit-pop, A Drop In The Ocean.
Si rialza il ritmo con In Common With You e si accelera con un’altra perla: The Day I Call You Mine. Secret Sectres e Number Seven hanno i ritornelli più catchy dell’album e il finale è affidato al pezzo che meglio rappresenta il sound della band: Just Another Regular Summer, title track del loro esordio discografico.
È proprio a livello di sound che gli Speedways meritano tutti complimenti per non essersi mai venduti neanche nei loro momenti più fulgidi. Semper Fidelis al Power-Pop, con un’idea ben chiara di cosa voler suonare e di come proporsi. Niente derive post-qualcosa, niente ammiccamenti ai suoni più in voga, niente tonfi nell’indie-intellettuale.
Chi vuole ricordarsi come si fa a scrivere delle belle canzoni, “semplicemente” delle belle canzoni, può spegnere la radio FM e lasciare che siano gli Speedways a ricordarglielo.
The Speedways – Triple Platinum