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Recensione : The Storyteller – Sacred Fire

Tornano gli svedesi The Storyteller, paladini dell'heavy/power metal sulla scia dei connazionali Hammerfall.

Paladini dell’heavy/power metal, tornano gli svedesi The Storyteller con il nuovo album, sesto di una carriera iniziata a metà degli anni novanta, ma che archivia il primo full length all’alba del nuovo millennio.

La band svedese fa parte di quel nugolo di band che, una quindicina d’anni fa, amalgamarono sapientemente l’heavy classico con il power tedesco, rallentando le ritmiche velocissime di band come Helloween e Gamma Ray, puntando invece su epicità e melodie facili e conquistando i kids europei con anthem e chorus dal forte impatto e dalla facile assimilazione.
Hammerfall, Nocturnal Rites, gli australiani Pegazus, sono le band che, chi più chi meno, prendendo l’heavy metal ottantiano ed irrobustendolo con sferzate power, crearono un piccolo sottogenere, di cui la band di Joacim Cans è sicuramente il gruppo di riferimento.
Arrivati sul mercato tre anni dopo i loro più famosi connazionali, quando “Glory To The Brave” e “Legacy Of Kings” (i primi due bellissimi album targati Hammerfall) avevano già fatto il botto sul mercato, la band di L.G Persson e Martin Hjerpe, cantante il primo e batterista il secondo, unici superstiti della formazione originale, si confermarono un’ottima band di genere, con lavori sopra la media, almeno per chi si nutre di queste sonorità.
Sacred Fire non cambia una virgola delle produzioni passate, l’heavy/power della band continua a mietere vittime, con brani dall’appeal altissimo, che continuano la strada intrapresa ad inizio carriera rimanendo fedele ai cliché del genere senza deludere gli appassionati.
Melodie spettacolari su un tappeto di ritmiche potenti, solos gustosi e refrain dall’ottimo impatto, sono le qualità maggiori di un album che non lascia spazio a novità ma piace, colmo com’è di tutti i riferimenti al metal “ignorante” degli anni ottanta, così come alle produzioni delle band dei decenni successivi.
Forte di un inizio spettacolare, la band piazza due canzoni stratosferiche come As I Die e One Last Stand, cavalcate metalliche incendiarie, valorizzate dai chorus più riusciti dell’album, che danno il benvenuto nel mondo di Sacred Fire.
L’album continua su queste coordinate, regalando ancora un paio di brani top (Serpent Eyes e The Army Of Southerfell) di chiara ispirazione Hammerfall, come d’altronde il martello ben in vista sull’immagine di copertina.
In definitiva un buon album, buon acquisto per gli amanti del metal più classico e incendiario e sicuramente un’ottima alternativa per gli orfani dei Nocturnal Rites e per chi non è rimasto soddisfatto dagli ultimi album della band di “Glory To The Brave”.

Tracklist:
1. As I Die
2. One Last Stand
3. Sacred Fire
4. Ferryman
5. Serpent Eyes
6. Sons of the North
7. In Search for Treasures, Stones and Gold
8. Coming Home
9. The Army of Southerfell
10. Curse of the Seven Seas
11. Let Your Spirit Fly
12. God of War

Line-up:
L.G. Persson – Vocals
Martin Hjerpe – Drums
Jacob Wennerqvist – Guitars
Marcus Backlund – Guitars
Henke Branneryd – Bass

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