Finalmente, dopo più di un anno, siamo riusciti a mettere sotto la lente di ingrandimento di In Your Eyes Davide Crisafulli, cantante e chitarrista degli alternative hard rockers savonesi The Sunburst, freschi di una bellissima performance in quel dell’Angelo Azzurro di Genova lo scorso sabato 17 ottobre.
La band, in gran forma, ha presentato tutti i cavalli di battaglia dello splendido debutto Tears Off Darkness e ha onorato il pubblico (purtroppo piuttosto esiguo) con l’anteprima di un nuovo brano che andrà a far parte della tracklist del nuovo lavoro.
Di questo e altro abbiamo parlato con Davide, bravissimo musicista e soprattutto ottima persona, come del resto anche i suoi compagni d’avventura.
iye Ciao Davide, è passato più di un anno ormai dall’uscita del vostro debutto Tear Off The Darkness , iniziando a tirare le somme, siete soddisfatti di come è stato accolto l’album da ascoltatori e addetti ai lavori?
Ciao Alberto, innanzitutto ti ringrazio per questo spazio dedicatoci. Venendo invece alla domanda che mi poni posso dire, a nome di tutta la band, che siamo molto soddisfatti di come il disco è stato recepito. Abbiamo avuto ottimi riscontri, talvolta davvero entusiastici, sia qui in Italia che all’estero.
iye Un passo indietro è doveroso per presentare la band ai lettori di In Your Eyes: ci racconti i primi passi e la nascita dei The Sunburst?
Dunque, oltre al sottoscritto la band è formata da Luca Pileri alla chitarra solista, Francesco Glielmi al basso e Stefano Ravera alla batteria.
Il tutto nasce da un’idea mia e di Luca. Una sera, nella primavera del 2011, ci ritroviamo in un noto locale savonese e iniziamo a confrontarci sull’ esigenza reciproca di dare vita a un progetto musicale e lì nascono di fatto i The Sunburst. Ci tengo a ricordare questo aneddoto perché, dopo qualche minuto, si sedette al nostro tavolo Francesco (che all’epoca suonava in un’altra band) e nessuno avrebbe mai pensato che tre anni dopo sarebbe diventato il nostro bassista!
Purtroppo non fu semplice trovare subito gli elementi adatti al progetto fino ai primi mesi del 2012 con l’arrivo di Stefano alla batteria e Carlo La Marca al basso. Da lì in poi abbiamo pubblicato un EP autoprodotto registrato presso i Nadir Studio di Genova facendoci conoscere in giro togliendoci subito qualche soddisfazione, come suonare al Live Forum di Assago grazie al successo che Rising (poi inserita in Tear Off The Darkness) ebbe in un contest per band emergenti.
Poi l’ingresso in studio nell’autunno 2013, il cambio di lineup con l’arrivo di Francesco nel 2014 e l’uscita di Tear Off The Darkness, i primi festival di livello, l’apertura a Richie Ramone e il tour europeo. Il resto è storia recente.
iye L’album, come scrissi in sede di recensione, è un ottimo esempio di hard rock alternativo moderno e dai molti spunti che richiamano il metal, aspetto che emerge maggiormente nelle performance dal vivo, sei d’accordo?
Sì sono d’accordo. Sicuramente in sede live il nostro sound risulta più “in faccia” rispetto a quanto si può ascoltare sul disco, inoltre il palco riesce a tirarti fuori quella cattiveria e quella grinta extra che scaturisce dall’emozione del momento e dalla risposta del pubblico. Poi c’è anche un dato oggettivo da cui non ci si può nascondere, ovvero che ¾ della band hanno militato in formazioni più marcatamente metal, ed è palese che in qualche modo questo sia un aspetto che contribuisce alla definizione del sound dei The Sunburst.
iye Ti faccio due nomi di gruppi racchiusi nella scatola magica che è il vostro album: Alter Bridge e Soundgarden. Parlando del vostro sound a chi non vi conosce, possono bastare queste due band come esempi?
Sì, sicuramente, hai nominato due grandissime band cui veniamo accostati spesso, le quali rappresentano due correnti musicali a cui ci ispiriamo e non posso che esserne lusingato. A chi non ci conosce potrei nominare anche altre band come Alice In Chains e Stone Sour, ma anche Audioslave, Shinedown, qualcosa dei Mastodon, i primi Muse, alcuni ci dicono System of A Down. Se vi piacciono queste band dovreste riuscire a gradire anche la nostra proposta musicale.
iye Dal vivo suonate sempre alcune cover, passando dall’alternative metal dei System Of A Down, al grunge degli Alice In Chains e ultimamente agli Audioslave, suoni e umori che arrivano dagli anni novanta e dai primi anni del nuovo millennio, per molti un periodo d’oro per il rock internazionale, per altri, più legati al metal un periodo da cancellare dopo i fasti del decennio ottantiano. Secondo il mio parere, il successo delle band provenienti da Seattle e l’esplosione dell’alternative in quegli anni, non ha fatto che bene a tutto il mondo della musica rock, trascinandosi dietro anche il metal: che ne pensi?
Ovviamente io sono molto affezionato a quelle sonorità e credo che traspaia abbastanza chiaramente nella nostra musica.
Personalmente credo che gli anni novanta siano stati un periodo florido e di grande arricchimento per la musica rock e non solo. Come dici tu, anche il metal ne è stato coinvolto, ibridandosi in diversi sottogeneri e, a mio avviso, arricchendosi e aumentando la propria fruibilità proponendosi ad un pubblico più vasto. Band storiche come Tool, Deftones, System Of A Down non solo sono un esempio di come questo processo si sia tradotto in musica innovativa di alto livello, ma rappresentano una fonte di ispirazione per tantissime band odierne come Mastodon, TesseracT o Karnivool.
iye Nel primo anno, dopo l’uscita di Tear Off The Darkness , avete suonato con buona regolarità, togliendovi la soddisfazione di un tour nell’est europeo. Cosa vi ha lasciato quest’esperienza e quali differenze avete riscontrato tra il pubblico nostrano e quello delle altre nazioni?
E’ stata un’esperienza bellissima sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista umano. Avere ogni sera un locale che ti aspetta, conoscere nuove persone, nuovi posti, avere anche ottimi riscontri di pubblico e ottimi amici e professionisti intorno a te è fantastico e formante per una band. Un’esperienza che non vedo l’ora di ripetere al più presto possibile.
Invece la grossa differenza che abbiamo riscontrato è la voglia di partecipare, di ascoltare ma anche di divertirsi ad un concerto rock, o, più in generale, abbiamo notato una grande ricettività verso la musica dal vivo e verso le nostre sonorità.
iye Di fatto sei il frontman del gruppo: personalmente, ti senti più un cantante o un chitarrista?
Sicuramente sono più cantante che chitarrista. La chitarra, per come la vedo io, è un mezzo che mi serve per la scrittura e per la stesura di idee, è il medium che uso per comunicare con gli altri membri della band e mi è indispensabile nel songwriting. La voce invece é il mio strumento ed é quello per cui ho intrapreso un percorso di studio professionale e a cui mi dedico costantemente.
iye Ultimamente avete presentato dal vivo un nuovo brano che dovrebbe andare a comporre la tracklist del prossimo lavoro, che ho trovato molto bello e più classicamente metal rispetto ai brani dell’esordio; vi siete dati un traguardo in ordine di tempo per l’uscita di un nuovo lavoro?
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato. Dunque, quest’estate io e Stefano abbiamo fatto un lavoro massiccio di pre-produzione e ora con anche Luca e Francesco stiamo lavorando a pieno regime canzone su canzone, curando strutture e arrangiamenti e il tutto si sta rivelando davvero stimolante. Non so dirti effettivamente quando sarà pronto e non abbiamo, per ora, traguardi fissati, ma posso dire che ci piacerebbe far uscire il nuovo disco entro la fine del 2016.
iye Per chiudere, quali sono le prossime mosse dei The Sunburst? Avete ancora in programma delle date live prima di cominciare a pensare ad un nuovo disco?
Assolutamente sì, faremo ancora concerti per Tear Off The Darkness almeno fino a Maggio 2016 nei quali, però, inizieremo a testare le canzoni nuove in vista del nuovo lavoro. A breve, invece, ci saranno novità interessanti su cui purtroppo non posso ancora sbilanciarmi.