Avreste mai immaginato che un disco jazz potesse suonare furioso, tagliente e aggressivo come un disco noise-rock? No? Bè, allora riponete in un cassetto la vostra fervida immaginazione e apprestatevi ad ascoltare il nuovo lavoro dei Thing (il settimo, se ho fatto bene i conti), la creatura free jazz di quel geniaccio instancabile di Mats Gustafsson (già ascoltato, nel solo 2013, in “Last Exit” dei Fire! Orchestra e in “Enormous Door” di The Ex & The Brass Unbound).
Il buon Mats, accompagnato dai sodali di sempre Ingebrigt Håker Flaten (al doppio basso!) e Paal Nilssen-Love (a batteria percussioni e samples), si diverte a far vibrare, fibrillare e deflagrare le note del suo strumento, producendo un suono saturo, tagliente e anti-armonico che ha davvero molte cose in comune con una chitarra dedita ad incisioni e tagli noise rock.
A partire dalla bellissima India di John Coltrane, trasfigurata da un basso elettrico dedito a incantevoli rumorismi (ovviamente l’ascolto dell’originale è d’obbligo), passando per il mutevole e scivoloso crossover di Red River e fino a giungere alla lunghissima, oscura e violenta Epilogue, Boot! spiazza e disturba neuroni e condotti uditivi con un suono disarticolato, ruvido e possente che taglia e cuce momenti di rumore e free-jazz, improvvisazioni, stomp durissimi ed epilessi jazz-core, ergendosi maestoso, brillante e unico sulla pletora di dischi senza scorza che sovrappopolano l’asfittico e revivalistico mondo del rock contemporaneo.
Certo, ci vuole un po’ per entrare in sintonia con la musica, che a tratti finisce per urtare sin troppo la nostra sensibilità armonica, ma vi assicuro che alla fine, una volta che sarete riusciti nell’impresa, l’esperienza vi risulterà oltremodo appagante e ne uscirete col sorriso sulle labbra.
Tracklist:
1. India
2. Reboot
3. Heaven
4. Red River
5. Boot!
6. Epilogue
Line-up:
Mats Gustafsson – sax
Ingebrigt Håker Flaten – basso
Paal Nilssen-Love – batteria, percussioni, sample
THE THING RECORDS