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Songs The Web Taught Us Vol. 6

Songs The Web Taught Us Vol. 6: "One said I was a priest? I am a priest! They said I was least? I am a priest", come cantava il gruppo parrocchiale dei ...

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“One said I was a priest? I am a priest! They said I was least? I am a priest”, come cantava il gruppo parrocchiale dei Gesù e Maria Catena.

Bentornati, apostoli/e, siamo giunti all’appuntamento numero 6(66) con la nostra rubrica e, oggi più che mai, il Reverendo è qui a sobillare i vostri sensi con due nuovi frutti proibiti da gustare.

Il primo non è una mela ma si chiama THE BLIND SHAKE , e fa quasi rima col serpente (“snake”) tentatore. Si tratta di un trio (i fratelli Jim – chitarra e voce, e Mike Blaha – voce e chitarra baritona, insieme al batterista Dave Roper) in attività da oltre tre lustri, di stanza a Minneapolis-Minnesota, e che ha sfornato sette album, una manciata di singoli, collaborazioni illustri con Michael Yonkers e John Reis.

La band, inoltre, fa anche capatine live alla Third Man Records di Jack White, e ha condiviso il palco con gruppi di personcine a modo come Black Lips, The Oh Sees, Archie & The Bunkers , Melvins,  Mudhoney  e Cherubs.

Vi facciamo ascoltare il loro ultimo disco, “Celebrate Your Worth”, pubblicato nel 2016 su Goner Records, con la loro formula a base di punk-garage-noise rock maturata durante la loro lunga trafila underground, e messa a fuoco con l’esperienza dei vecchi lupi di mare.

Tra le nove tracce dell’album si deve fare menzione particolare di una, solo per il titolo: “Apostle Island”, nome perfetto per solleticare le perversioni del vostro Reverendo, che già si immagina su un’isola deserta a fare un reality show insieme a 12 apostole.

La seconda saltellante proposta proviene dall’Australia, la terra dei canguri che, da almeno mezzo secolo a questa parte, ha dato tantissimo allo sviluppo della nostra musica preferita (non a caso si dice che la roba più buona ce l’hanno gli australiani).

La band in questione si chiama THE VEEBEES , e anche loro sono ormai una sorta di piccoli veterani della scena punk aussie, coi loro venti anni di attività. Come detto, questo quartetto dai nicknames bizzarri (Glenno – basso, Norro – voce , Nielo – batteria, e Davo – chitarra) è dedito a un punk ‘n’ roll ruspante (si reputano inventori del cosiddetto “grog rock”) e dalle idee chiare: canzoni semplici da suonare, goliardia e non prendersi troppo sul serio. “Four blokes, 3 chords, 2 brain cells, 1 carton of beer”. Il loro ultimo album risale al 2018 e si intitola “Yeah Nah, Yeah Nah”, uscito su Ocker Records.

Di recente hanno invitato i loro fan a essere protagonisti del videoclip della canzone “How’s Get Fucked Sound?” esortandoli a filmarsi mentre fanno il dito medio, cazzeggiano e canticchiano parti del brano.

Come si fa a non volergli bene?!?

Detto questo, prendete e ascoltatene tutti, come sempre.

Spargete anche il verbo, se potete.

La messa è finita, VENITE in pace. Fuzzamen!

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