Ci sono dei momenti nella vita che ti arrivano dritti adosso e non puoi fare finta di niente; sei fottuto. Oggi non è più come ieri e sei costretto a ripartire nuovamente da capo; tutto quello che era familiare diventa estraneo, quello che era tutto in un attimo diventa niente. Cambiano le strade, le stanze e le abitudini. In questi momenti oltre ad attaccarti al cazzo per fortuna c’è ancora un giradischi su cui far girare tutte le inquietudini.
Quando mi arriva questo nuovo 7”, fresco di uscita, dei toscani The Lee Van Cleef’s Lost Finger non posso che ringraziare il cielo. Si parte con Jesus e vengono fuori tutte le sofferenze di noi comuni mortali. Ma alla fine in certi momenti non si ha bisogno di nessuno, neanche dell’unico uomo che è risorto. Un pezzo che ti trascina giù nell’infero della disperazione. Grazie ragazzi era proprio quello di cui avevo bisogno.
Il lato B è decisamente più psych-country, ma non aspettatevi cappelli da cow boy e stivali con gli speroni. I cinque toscanacci ti sanno prendere per la gola; con Down to the Ground la spensieratezza si impicca sulle note da spaghetti western distorte da una bottiglia del più forte sciacqua budella in circolazione. Il tutto si chiude con My Horse che mi risulta come una cavalcata garage a scappare da una città fantasma e da tutto quello che ti insegue. Prima di tutto forse da se stessi.
Bell’esordio. Tieniamoli d’occhio.
Tracklist:
A1: Jesus
B1: Down to the Ground
B2: My Horse
THE LEE VAN CLEEF’S LOST FINGER – Facebook
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