Post rock dalla Polonia con i Tides Frome Nebula, prog metal rinascimentale dagli italiani Bedsore e si chiude con il massacro extreme metal notturno “Moonlit carnage” dei Wolmir.
TIDES FROM NEBULA
“Instant rewards” sulla propria etichetta Nebula Records è il nuovo disco dei Tides From Nebula, uno dei migliori gruppi europei e non solo della scena post rock.
Dopo una pausa di cinque anni il gruppo polacco con questo disco ha dato una decisa svolta alla sua produzione musicale, abbracciando totalmente la via del do it yourself, producendo, registrando e pubblicando il disco. Dopo anni e anni di successi e di grandi attestati in campo musicale i nostri continuano a tracciare sentieri per primi, facendo un disco radicalmente diverso, anche se da ascrivere alla loro parabola musicale. “Instant rewards” è un disco prodotto benissimo, con una visione musicale molto ampia, e definire tale visione solo come post rock è davvero riduttivo.
Come nel corso della loro carriera i Tides From Nebula dipingono musica che riempe il cuore e il cervello, un suono che possiede ampiezze cinematografiche, un continuo crescendo che si contrae e si espande come fosse un battito corale, un cuore che mette assieme tantissimi altri organi che battono assieme al ritmo del vento. Il gruppo polacco scava cunicoli nel freddo cemento del reale per impiantarvi germi di immaginazione che cresceranno e che spaccheranno ciò che sta sopra di loro per espandersi verso il cielo. Suoni puliti, note su note che si aggregano per costruire qualcosa di nuovo come fosse un organismo vivente.
Ci sono brani che partono dalla tenebra per diventare luce, e luce che fende la tenebra per diventare altro insieme. Lo scheletro musicale è sicuramente post rock, ma l’afflato post rock dei Tides From Nebula è differente e ha un’impronta originale che ha dettato e detta ancora scuola.
Un’opera intensa, dolorosa e più oscura di tanti loro lavori, sebbene la loro direzione da sempre sia sempre ed unicamente il cielo e i suoi orizzonti.
BEDSORE
“Dreaming the strife for love” su 20 Buck Spin è il nuovo album degli italiani Bedsore, una delle più grandi sorprese del metal d’avanguardia degli ultimi anni.
Il nuovo disco è ispirato al misterioso scritto rinascimentale “Hypnerotomachia Poliphili”, il concept esplora l’Amore come un campo di battaglia, dove desiderio e devozione vengono messi alla prova attraverso prove e risvegli spirituali. Le percezioni di Polifilo si intrecciano con le nostre, fondendo le sue visioni di templi pagani, giardini mistici e simboli arcani con un paesaggio musicale dinamico e complesso come il suo viaggio. L’atmosfera onirica immerge gli ascoltatori in una narrazione surreale in cui la realtà si piega e la ricerca stessa dell’Amore diventa uno scontro tra l’anima umana e le forze cosmiche che la circondano.
I Bedsore sono un gruppo fra i più importanti in Italia per la loro visione musicale, che con questo lavoro sale ulteriormente di livello, rispetto al precedente e ottimo “Hypnagogic Hallucinations” che aveva fatto rapidamente capire che questo gruppo fondato da Jacopo Gianmaria Pepe e Stefano Allegretti ai quali si sono poi aggiunti Giulio Rimoli e Davide Itri possiede una visione musicale di altissimo livello.
Fortemente allergici a ogni etichetta i nostri in questo nuovo disco propongono un rinascimento musicale che parte da solidissime basi prog bagnate nel metal, sia esso prorg metal, death meta o atmospheric balck, ma è inutile parlare di genere, la musica dei Bedsore è la migliore definizione. Il quartetto romano con questo disco crea uno stupore musicale tale come alcuni dischi del prog italiano che è stato uno dei momenti migliori della musica nella nostra penisola.
I Bedsore raccontano di storie mitiche e di archetipi e lo fanno attraverso una musica incredibile, con una potenza di immagini incredibile, e come i migliori dischi prog, non sai cosa aspettarti nota dopo nota. Qui tutto si concatena e compenetra ciò che è venuto dopo, ciò che è e ciò che verrà dopo. La libertà musicale è totale, non ci sono legami se non quello di creare la migliore opera possibile. L’ascolto di questo disco regala emozioni fortissime e assai vivide, di una bellezza struggente e che fa quasi male, ma è un dolore necessario e che fa stare bene.
Il lavoro non manca di un’organicità che non era facile da trovare data la varietà della proposta, ma è davvero un disco di un’altra dimensione, rinascimentale fino ad arrivare ad un prog barocco.
In coda all’anno che sta finendo uno dei lavori più importanti del 2024.
WOLMIR
Ecco, poco sopra si parlava di fine anno, per cui Natale, festa del Sol Invictus chiamatela come vi pare, se siete metallari regalatevi l’ultima opera dei Wolmir, “Moonlit carnage” della meravigliosa Extreme Chaos Records.
Come avrete già potuto leggere su queste pagine la Extreme Chaos Records è un’etichetta romana di super appassionati di metal, specialmente death e black in forme estreme, il tutto condito con passione e grandissima competenza.
Ogni loro uscita è una gioia per le orecchie di chi vuol vedere il mondo bruciare, e questa ultima uscita è davvero di alto livello. Wolmir è un duo formato da Wolmir” e “Antihuman War Machine” che è stato già colpevole di massacri sonori con Intolerant e Derelict. La base di partenza è fare un disco come se fosse per davvero inciso in una notte buia sotto una luna di sangue, la bassa fedeltà e voluta e funziona molto bene, siamo dentro e nelle vicinanze del death più primitivo, del raw black metal e del metal estremo tout court.
L’attitudine sonora è quella caratteristica della Extreme Chaos Records, molto vicina al punk hardcore, le tracce durano poco e bruciano per intensità e potenza. Wolmir è amore per le cassette con le copertine nere e tetre, fatte da appassionati che amano incidere il loro dolore su nastro con violenza e poi vendere o scambiare le cassette in giro per il mondo, e anche se il digitale ha facilitato e\o ucciso queste cose, sappiate che si può ancora fare e qui lo si fa molto bene. “Moonlit carnage” è strutturato come se fosse una colonna sonora di un immaginario film dell’orrore, completamente oscuro e catacombale.
Voce gutturale che si fonde completamente con gli strumenti, chitarre che sgozzano come lame affilate, ritmica che ti trascina a fondo nella nera disperazione, piacere proibito dei migliori possibili, un disco che è una vera chicca come tutte le produzioni della Extreme Chaos Records.
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