Uno fra i miei primi lavori (semi) seri è stato quello di tuttofare al Magia Pub di Varazze. Un pub vero non un cesso profumato pieno di stronzi e di fighetti (cit.). In quella splendida location si ascoltava di tutto, e tutto era di qualità, da Neil Young ai GBH, dagli Husker Du a Lloyd Cole passando per i Dream Syndicate.
Ed il merito era principalmente dei clienti che erano soliti registrare magnifiche cassette che occupavano un’intera parete dietro al bancone alla faccia della pirateria, allora nessuno faceva caso a queste cose. Durante l’orario di apertura al pubblico quindi era il paradiso ma, arrivato il momento delle pulizie, il boss metteva del blues – o ancor peggio del jazz – con la motivazione che fosse rilassante dopo il delirio prodotto dagli astanti. Odiavo quei momenti, ero stanco e avrei tolto il vomito dalla scala (ripidissima) che portavo al bagno ascoltando i Dead Kennedys.
Con il passare degli anni – grazie a Jon Spencer, agli Shadows of Knight ed ai Cramps – ho cambiato radicalmente opinione sulla musica del diavolo, non sul jazz quello mi annoia tuttora, ed è per questo che ho adorato ascoltare quest’album che di blues, e non solo, è stupendamente ammantato. Basterebbe il pezzo iniziale – quello che da il titolo al disco – per fare di questa raccolta un ascolto più che consigliabile perché, forti della nostra atavica esterofilia, se provenisse d’oltreoceano saremo qui ad incensarlo oltremisura.
Ma la scaletta regala anche altre perle come Instructions To Get Awful che sembra perfetta per narrare una storia senza lieto fine, Cannizzaro Hospital Blues le cui improvvise accelerazioni la rendono il mio pezzo preferito del lotto e Heart Crack una canzone della quale sarebbe orgoglioso Mister Robert Johnson.
Il punto ci vuole perché – come diceva la mia professoressa di italiano al liceo – la frase diventa estenuante e si continua con la malinconica The Dirty Professor, la cashiana Stretch The Line, la caveiana There Is A Rider per chiudere con l’incredibile intensità diDoomsday Made Me Blind.
Satan Built A House non è certamente un disco “estivo” ma se ascoltato sdraiati ed a occhi chiusi regala sensazioni davvero notevoli e non fa altro che rafforzare una delle mie convinzioni più radicate: amo il blues quanto odio i puristi del cazzo, almeno quanto i nazisti dell’Illinois (cit n°2).
Track List
1) Satan Built A House,
2) Instructions To Get Awful,
3) Cannizzaro Hospital Blues,
4) Heart Crack,
5) The Dirty Professor,
6) Old Pa’s Advice,
7) The Devil’s Moving Hand,
8) Stretch The Line,
9) There Is A Rider,
10) Doomsday Made Me Blind