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Recensione : Tommy Talamanca – Na Zapad

Tommy Talamanca, chitarrista e tastierista dei grandi Sadist, pubblica con questo disco, Na Zapad, il suo primo lavoro solista.

In questo disco Tommy suona tutto, escluso la batteria, dietro la quale siede Emiliano Olcese. Tommy è sempre stato l’anima prog dei Sadist, che infatti sono forse il gruppo death metal più influenzato dalle costruzioni sonore del progressive. Potrebbe essere considerato prog anche questo disco, e lo è sicuramente per come sono strutturate le canzoni, ma oltre al prog qui c’è molto di più. Questo disco è un tentativo direi molto riuscito di sintetizzare diverse forme sonore, per arrivare ad una musica che sia veramente universale ed omnicomprensiva. Talamanca suona molti strumenti esotici, e vi sono musiche di molte parti del mondo, come anche stacchi jazz o quasi improvvisati. Il disco è davvero notevole, una prova di grande maturità. Sebbene sia consapevole che rimarrà semi nascosto agli occhi del grande pubblico, Na Zapad è un album di grandissimo spessore e musicalità, pieno di ottimi spunti e di grandi trovate. Tommy attualmente è anche un ottimo produttore nei suoi Nadir studio, e rimane il chitarrista dei Sadist, ma penso che il vero Tommy, musicalmente parlando, sia questo. Non dico che nei Sadist non affermi la sua grandissima conoscenza musicale, ma qui è davvero libero di inseguire il suo sogno di musica universale. In slavo Na Zapad vuol dire ad ovest, e il significato vero penso lo sappia il solo Tommy, ma questo disco è un’opera che guarda ad Oriente ma è proiettato in tutto il mondo, vista la sua universalità.
Un eccezionale debutto solista, ma non vi erano dubbi.

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