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Recensione : Traum – Erode

Nessun canto, due italiani ed un irlandese persi in un fiume di note.

Nessun canto, due italiani ed un irlandese persi in un fiume di note. Si può definire postrock postmetal o, più semplicemente, si può ascoltare questo effluvio di note.

Nati nella fertile e laida Bologna, i Traum sono un gruppo di poche parole e tanta musica.
Il loro tappeto sonoro è un potente psicotropo, il tutto orchestrato dalla sapiente mano in consolle di Nicola Manzan, aka Bologna Violenta, che è sinonimo di qualità.
Erode dalla copertina e dal titolo sembra un disco di metal, power o comunque un’ortodossia di quel genere ed invece è tutt’altra cosa.
I Traum fanno una musica a sé stante, un universo cangiante di rumori e suoni, di ragionamenti e meraviglie messe in musica.
Non cercano un’appartenenza a priori, essendo interessati in esclusiva alla loro musica, che è già importante di per sé.
Un album che corre e ipercorre, schiude porte e vi guida in meravigliosi anfratti sonori, quasi come essere un sub e provare la meraviglia quella vera.
Erode si fa sentire moltissime volte, si fa ascoltate ed odorare, tanta è la musica in questione (oltretutto il disco è anche in download libero).

Tracklist:
1. Hefna
2. Oceano Antico
3. Erode
4. Solas Dorcha
5. Dagda
6. Ecate
7. Heavydale
8. Invasori

Line-up:
Alessandro Cavazza – chitarra
Michael Harding – batteria
Giulio Sangirardi – chitarre acustiche e baritone, basso, ipad

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