Ritornano dopo cinque anni dal precedente disco i tre alchimisti che si chiamano Ufomammut, con un album chiamato non a caso “ Fenice “, in uscita a maggio per Neurot Recordings e Supernatural Cat. Il loro nono album in studio rappresenta in tutto e per tutto un nuovo inizio come la mitica fenice che rinasceva dalle proprie ceneri e che dopo aver vissuto una vita ne ricominciava un’altra.
Dopo tanti anni è andato via il batterista Vita ed è arrivato Levre e si sono imbarcati in questa nuova avventura con un disco che ha molti livelli di ascolto e di interpretazione. Come detto da loro il gruppo aveva paura di perdere la propria spontaneità cercando pezzi sempre più sofisticati e hanno quindi sentito l’esigenza di mettere fine al processo creativo precedente e di ripartire da zero, ed è un grande ripartenza.
Musicalmente “ Fenice “ si pone in parziale rottura con il loro passato, anche se il loro suono attuale è la summa di tutto il meglio che gli Ufomammut hanno fatto in questi anni, essendo stati uno dei gruppi di maggiore sperimentazione psichedelica a livello mondiale, e anche qui non hanno perso il tocco, lo hanno anzi evoluto in qualcosa di ancora più profondo ed importante. “ Fenice “ è un viaggio nell’esoterismo dell’antico Egitto, in quel sapere molto potente che ha segnato e che continua a segnare la nostra sophia in una maniera molto profonda e che non comprendiamo a pieno se non siamo degli iniziati.
I sei pezzi che compongono il disco sono in perfetto equilibrio fra loro, e al loro interno troviamo sludge doom, drone, e una fortissima impronta psichedelica, il tutto in una soluzione sonora che solo gli Ufomammut sanno fare.
Ogni loro disco è un opus alchemica che vive di varie fasi e di momenti strutturati fra loro, e bisogna sempre abbracciare l’insieme e non la parte, infatti è difficile basarsi su di una sola canzone ,anche perché queste non sono solo semplici canzoni ma sono molto di più.
Rispetto agli altri lavori il suono sembra essere più diretto, eppure sono tantissime le divagazioni e le esperienze sonore diverse che rendono molto ricco questo disco. Questo lavoro è un piccolo capolavoro, e gli Ufomammut ci hanno abituato alle opere importanti, ma “ Fenice “ è realmente diversa, un sogno di musica pesante e antica sapienza, un universo da esplorare nelle sue pieghe più profonde e bellissime.
Come tutti gli altri dischi del gruppo di Tortona cresce ascolto dopo ascolto e non ha scadenza, ma è un viaggio che si auto riproduce per deliziare le orecchie e il cervello.