Esce la seconda parte di “Oro”, l’opera alchemica degli Ufomammut, dopo il primo capitolo “Opus Primum” uscito nell’Aprile 2012. Sebbene i due capitoli siano usciti divisi “Oro” è da considerarsi una traccia unica di novanta minuti divisa in dieci movimenti.
Seguirà anche un lavoro video per visualizzare la musica di “Oro”, per dare continuità ai lavori visivi che appaiono nei loro shows grazie a Lu, lo stregone delle immagini. Questo secondo capitolo è più etereo e sulfureo rispetto al primo, ci si addentra sempre di più in un mondo onirico e psichedelico, sempre rimanendo negli ampi canoni dello sludge e del doom. La creatura di Poia, Urlo e Vita si conferma come una delle band più interessanti del mondo in ambito occulto e misterico. La loro musica con il passare dei dischi diventa sempre più leggera, tentando quasi di rifuggire dalla prigione fisica delle note, esigendo qualcosa di più etereo, di libero dalla fisicità. Sembra quasi un paradosso, poiché a volte la musica degli Ufomammut è pesante, ripetitiva ed ossessiva. Eppure da quella lentezza, da quella pesantezza nasce una melodia che lascia a bocca aperta, quasi che delle spirali si muovano ad un livello che percepiamo ma non capiamo sino in fondo. Questo è un vero processo alchemico, e gli Ufomammut sono dei maestri, continuando un viaggio con una meta ben precisa: lo spazio profondo, dentro e fuori di noi.
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