L’ipnotico crescere sonico della scura Take Off (da poche note di chitarra a leggere ritmiche di batteria, fino a un noise impetuoso ed estremo), apre il lavoro, lasciando spazio al ribollire costante (su chitarre inquietanti) della onirica, allucinata e ossessiva We R You.
Ah Ham, anch’essa claustrofobica e cupa come i precedenti pezzi, cresce come la pressione all’interno di una pentola (invece di esplodere, però, preferisce sciogliersi in brevi momenti di quiete e distensione), mentre il ronzare (fra partenze, ritorni e ripartenze) di Colère, tiene sul filo del rasoio e col fiato sospeso. Bugarach, più distesa e rilassata, sinuosa e calda, aumenta fino a diventare una tempesta di chitarre, aprendo alle vibrazioni percussive di Song For The Deaf (niente a che fare con i Queens Of The Stone Age), al breve tormentarsi di Fakir e all’incombente avvicinarsi della sempre più urgente e demoniaca Jesus B.B.Q. (il testo pare preso da un film porno). En France/En Trance, infine, partendo da atmosfere solari e crepuscolari, evolve fino a stravolgersi completamente.
Con questo nuovo capitolo gli Ulan Bator ci accompagnano in un lungo viaggio fatto di incubi, ansie e preoccupazioni. Un lavoro scuro e allucinato che si intrufola nei meandri della mente, tirandone fuori le parti più corrotte. Un altro disco di qualità per una di quelle poche band che, nonostante gli anni, non ha mai perso lo smalto.
Tracklist:
01. Take Off
02. We R You
03. Ah Ham
04. Colère
05. Bugarach
06. Song For The Deaf
07. Fakir
08. Jesus B.B.Q.
09. En France/En Trance
Line-up:
Amaury Cambuzat
Diego Vinciarelli
Luca Andriola
Nathalie Forget
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