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Recensione : Unalei – Tedium Vitae

Il post metal prorposto in Taedium Vitae è nervoso e fin troppo cangiante, risultando apprezzabile in maniera solo intermittente.

Ecco uno dei classici dischi che, dopo diversi ascolti, lascia molti interrogativi e, soprattutto, altrettante indecisioni su cosa scriverne al riguardo: è vero, quando ciò accade l’unica certezza è quella di non essere al cospetto di un’opera banale, ma questo non può essere l’unico parametro da tenere in considerazione.

Taedium Vitae è il primo album degli Unalei, progetto solista del romano Federico Sanna: in sede di presentazione viene speso il nome dei Novembre quale possibile fonte di ispirazione e, francamente, a livello di sonorità l’accostamento ci può anche stare, un po’ meno alla luce della resa complessiva.
Il post metal di Sanna è nervoso e fin troppo cangiante, risultando apprezzabile in maniera solo intermittente: se dopo qualche ascolto è forte la tentazione di bollare il lavoro con il marchio della pretenziosità, alla fine si capisce che il musicista romano riversa nel suo lavoro soprattutto soprattutto un’irrequietezza compositiva che ha, come effetto collaterale, una eccessiva frammentazione della struttura dei singoli brani.
Se vogliamo proprio prendere l’operato dei Novembre come termine di paragone, è evidente che la loro capacità di creare melodie lineari, pur in un ambito sonoro inquieto come quello che hanno contribuito per primi a diffondere, non trova corrispondenza in Taedium Vitae, un album che si sviluppa in maniera discontinua, tra buone intuizioni (il finale di Primo Reincontro Nell’Epoca Moderna) degne dei rimandi ai seminali autori del recente Ursa, ed altri (La Vuelta Esteril) che, purtroppo, evocano in toto il titolo del disco .
Per di più, la scelta di optare per la lingua italiana (di per sè apprezzabile) provoca fastidiose forzature volte a far aderire le liriche, in qualche modo, allo scorrere della musica, spezzettate oppure allungate a dismisura per adattarle alla struttura dei brani: un peccato, perché l’immaginifico e decadente lirismo evocato da Sanna non è affatto disprezzabile, ma a tratti si ha la sensazione che i testi siano stati composti a prescindere dal contenitore musicale destinato ad accoglierli.
In definita, il “taedium” finisce spesso per prevalere sul piacere di un ascolto che non viene certo agevolato da un approccio cervellotico, per quanto lodevolmente coraggioso: Federico Sanna, con il progetto Unalei, non merita a mio avviso una bocciatura perché la forma artistica che persegue lo espone più di altri a contraccolpi sotto l’aspetto del gradimento immediato, ma è senz’altro auspicabile da parte sua la messa a fuoco di obiettivi che, a giudicare da quest’opera, appaiono ancora dai confini indistinti.

Tracklist:
1. Aporia
2. Belyje Noči
3. Primo Reincontro Nell’Epoca Moderna
4. Salve Regina
5. Miserella
6. La Vuelta Estéril
7. La Bellezza Inedita
8. Sei Sveglia?

Line-up:
Federico Sanna – music, lyrics, drums, vox, guitars, keys, other

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