Dopo alcuni anni senza uscite discografiche, due band tedesche tra le più quotate in ambito funeral death doom come Calliophis e Urza uniscono le loro forze proponendo sotto l’egida della Aesthetic Death lo split album Dawn of a Lifeless Age, molto interessante oltre che di durata corposa; infatti, ciascun gruppo propone due brani inediti, tutti di durata superiore ai 10 minuti e, soprattutto, di ottimo livello qualitativo.
Partiamo dagli Urza, la cui ultima e unica opera, The Omnipresence of Loss, risalente al 2019, conteneva un efficace proposta basata sul funeral doom; in questo caso il gruppo berlinese conferma la bontà di quel lavoro con una coppia di tracce dalle diverse sfumature: mentre Maunder Minimum si rivela legata al funeral dal punto di vista delle sonorità, mostrando un approccio lievemente più melodico e atmosferico, la successiva Through Ages of Colossal Embitterment è invece un episodio ben più aspro e contenente anche ampi passaggi orientati al death doom; in generale, si tratta di due brani alquanto convincenti in cui, peraltro, fa il suo esordio nella band il chitarrista Stefan, l’unica variazione intervenuta in line-up nel periodo intercorso dall’ultima uscita.
Per quanto riguarda i Calliophis, già autori di tre ottimi full length, ultimo dei quali Liquid Darkness nel 2021, non si può che constatare il consolidamento del buon death doom dai tratti abbastanza melodici già esibito in quelle circostanze; entrambe le canzoni, Trepak e Endure Your Depression, sono decisamente convincenti oltre che dotate di una certa profondità, spingendomi a dire che probabilmente questi venti minuti abbondanti di musica sono quelli più intensi tra quelli finora messi in scena da parte della band sassone.
Per tutti questi motivi, Dawn of a Lifeless Age non solo si rivela una buonissima occasione per testare lo stato di salute della scena tedesca, ma è anche la prova della validità, non sempre apprezzata, della realizzazione di un formato come quello dello split album.
2024 – Aesthetic Death