Titolo libro: Uscire dal caos | Autore: Gilles Kepel | Ed: Raffaello Cortina
Numero di pagine: 416 | ISBN: 9788832851069
Riuscire a comprendere un fenomeno storico e sociale come la questione mediorientale è, allo stato attuale delle cose, davvero difficile. Da una parte c’è la lunghezza e la complessità dei fatti, che se si vuole essere ottimisti, si estendono su almeno centocinquant’anni di storia contemporanea e viaggiano parallelamente al binario della storia europea e occidentale in genere. Dall’altra, la mole di informazioni che si possono oggi recuperare sulla rete, informazioni non solo di natura testuale ma anche audiovisiva e documentaristica, è talmente varia ed estesa che non basterebbero un paio di generazioni per riassumerle.
Tuttavia ci sono studiosi che hanno fatto della cosiddetta “crisi del Mediterraneo” la loro ragione di vita e che si sono anche preoccupati di dare ai profani del tema un quadro riassuntivo soddisfacente. Uno di questi studiosi è Gilles Kepel, politologo e arabista francese, classe 1955, direttore della Middle East Mediterranean Freethinking Platform dell’Università della Svizzera italiana, nonché esperto del Medio Oriente contemporaneo e delle comunità musulmane in Occidente.
Nel suo ultimo libro, Uscire dal caos, La crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, tradotto in italiano lo scorso mese dai tipi di Cortina, Kepel mette a disposizione del pubblico una ragionata e divulgativa sintesi della questione mediorientale a partire dalla guerra d’ottobre del 1973 (data d’elezione per l’inizio del caos nel Medio Oriente) fino ad arrivare alla caduta del califfato dell’Isis nel 2017.
Il libro è diviso il tre parti. Nella prima l’autore sintetizza genealogicamente questi decenni di “caos” mediorientale, a partire dalla guerra di ottobre del 1973 fino alle rivolte delle “primavere arabe”, tra il 2010 e il 2011. In particolare ho trovato interessante come l’autore riesce a interpretare in maniera “personale” eppure piuttosto condivisibile avvenimenti storici di una certa portata, come la caduta dell’Unione Sovietica (in qualche modo concausata dalla guerra in Afghanistan) e la strage dell’11 settembre 2001.
Nella seconda parte l’autore analizza il decennio che inizia con le “primavere arabe”, nel 2011, prosegue con la proclamazione dello “Stato islamico” e si conclude con la caduta di questo nel 2017. In particolare cerca di spiegare come sia stata possibile una tale contraddizione – partire da istanze fortemente democratiche per arrivare all’“orrore assoluto” dell’Isis e alla riaffermazione di regimi autoritari. Nella terza parte, infine, l’autore si occupa degli eventi che vanno dall’inverno 2017-2018 fino ai giorni nostri al fine di individuare i segni premonitori di ciò che accadrà a breve e ha la pretesa di suggerire quale dovrà essere il ruolo di Stati come gli USA, l’Europa e la Russia nei diversi scenari ipotetici che si andranno a creare.
L’opera di Kepel ha il pregio di tracciare una linea lungo la quale potersi muovere per la comprensione del tema in questione (terribilmente attuale se si pensa a fenomeni di emergenza come quello di queste settimane in Turchia). Un’operazione davvero complessa in un mondo ricco di particolarità e sfumature sociali, politiche e religiose quale è quello mediorientale. Non è facile infatti mantenere un orientamento in un calderone di nomi, eventi, situazioni e devianze teologiche, e di certo tutta la responsabilità nella scioglimento dei dubbi non può essere lasciata al singolo autore, il cui contributo deve inevitabilmente lasciare dei punti inspiegati, dare per scontato problemi e relazioni minuziose che il lettore deve avere la pazienza di ricercare per conto proprio.
Tuttavia, come ho detto, la linea è tracciata, e Uscire dal caos si pone come una guida essenziale e fondamentale nella comprensione di un universo che pensiamo di conoscere, ma che dallo studio della sua evoluzione può lasciarci spiazzati.