Mi rendo conto che una simile affermazione fatta dopo l’ascolto di un disco di funeral doom possa apparire bizzarra, ma l’aver scoperto una sconosciuta band esordiente capace di comporre una mezz’ora di musica di tale spessore mi ha messo decisamente di buonumore …
I Vacant Eyes provengono da Easthampton, Massachusetts: le nobili influenze da loro citate vedono, tra gli altri, Daylight Dies, Colosseum ed Evoken, e direi che proprio attingendo sapientemente alle sonorità di queste tre magnifiche band i ragazzi statunitensi hanno creato il perfetto mix che rende The Dim Of Introversion uno dei migliori esordi ascoltati in ambito funeral-death doom negli ultimi tempi.
Il senso melodico della band del North Carolina, il mood tragico dei finlandesi e il dolore ottundente dei maestri del doom estremo d’oltreoceano guidati da John Paradiso, trovano spazio in eguale misura all’interno dei tre brani (più intro strumentale) che evidenziano un potenziale di primissimo ordine.
Indifference, The Cortex e la title-track sono lunghe tracce che pur mostrando una ovvia omogeneità stilistica si differenziano tra di loro per quelle sfumature che le orecchie più allenate al genere sapranno certamente cogliere, anche se l’utilizzo del pianoforte rende maggiormente peculiare il brano di chiusura, alleggerendo relativamente l’atmosfera attribuendole così un aura più malinconica che dolorosa.
Nonostante l’Ep sua stato inciso in una formazione a tre e sia stato composto dal solo cantante e chitarrista Josh Moran, i Vacant Eyes di recente hanno completato la line-up con l’ingresso in pianta stabile di un batterista e di altri due chitarristi e questo sicuramente costituirà un ulteriore valore aggiunto alla loro crescita oltre ad agevolarne l’attività live.
The Dim Of Introversion è il primo importante passo di un percorso che si preannuncia di estremo interesse per chi ama questo genere musicale.
Tracklist:
1. Silent Acquiescense
2. Indifference
3. The Cortex
4. The Dim Light of Introversion
Line-up:
Josh Moran – Vocals, Guitars
Grim Gallows Riley – Bass
Mark Richardson – Keyboards
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